Keirrison: per non dimenticare la meteora viola

    keirrison
    keirrison

    Addentrarsi nel campo dei calciatori Sudamericani che sembravano destinati ad una carriera da fenomeni, salvo poi scomparire nel nulla, è come immergersi in un ginepraio inestricabile, in particolare se si parla di calciatori brasiliani, per cui già dopo qualche prestazione di ottimo livello si sprecano i paragoni.

    Questo discorso è vero per tutti i ruoli ma per gli attaccanti risulta oltremodo accentuato, per cui ogni giocatore offensivo in grado di trovare la via del gol con una certa facilità diventa quasi istantaneamente il nuovo Ronaldo, il nuovo Romario, il nuovo Bebeto e via discorrendo, a seconda delle caratteristiche fisiche e delle peculiarità del calciatore in esame.

    Inutile dire che la maggior parte di questi paragoni, già dopo qualche anno, si rivela privo di qualsiasi fondamento, sia perché effettivamente si tratta di un mero esercizio di stile, quasi una consuetudine, sia perché quand’anche il confronto avesse ragione di esistere questo finisce per mettere una pressione indicibile sulle spalle di giovani atleti che si sono appena affacciati al mondo del calcio professionistico, incapaci di reggerne il peso e le aspettative.

    Uno dei tanti giocatori rimasti vittima di questa trappola, se così vogliamo chiamarla, è stato Keirrison de Souza Carneiro, conosciuto semplicemente come Keirrison, almeno da chi ha la fortuna di ricordarsi ancora della sua esistenza.

    Noi, in tutta onestà, ci eravamo quasi dimenticati di questo attaccante brasiliano se non fosse per il fatto che, di recente, è tornato a parlare della sua breve esperienza in Italia, con la maglia della Fiorentina, nell’anno del Signore 2010.

    Keirrison è arrivato in Italia girato in prestito dal Barcellona, subito dopo aver tentato un fugace e fallimentare approccio con il Benfica nel campionato portoghese. I blaugrana, per assicurarsi le sue prestazioni, avevano sborsato l’anno precedente 14 milioni di euro più bonus, perché l’attaccante si era messo in evidenza in Brasile, prima nel Coritiba e successivamente nel Palmeiras.

    In particolare nel 2008, con la maglia del Coritiba, Keirrison  vince il campionato Paranaense aggiudicandosi anche il premio di miglior marcatore grazie alle 21 reti realizzate.

    Il suo idolo è Romario ed il suo nome, che per inciso deriva dalla crasi di Jim Morrison e Keith Richards, idoli del padre, inizia ad essere accostato a quello di alcuni grandi club europei.

    A spuntarla, come detto, è il Barcellona che però non gli concede nemmeno una possibilità per mettersi in mostra e lo gira prima in prestito al Benfica, dove colleziona appena 5 presenze senza lasciare il segno e, nel Gennaio del 2010, alla Fiorentina.

    Keirrison viene presentato alla stampa da Pantaleo Corvino, all’epoca direttore sportivo della Viola, come un attaccante completo, in grado di segnare in tutti i modi, sia di piede che di testa, con un’ottima tecnica di base da buon brasiliano che si rispetti.

    Qualcuno, memore dell’esperienza di un altro attaccane brasiliano passato da quelle parti poco più di 10 anni prima, un tale Edmundo detto O’Animal, si mostra subito un po’ in apprensione ma il ragazzo dimostra di avere la testa sulle spalle.

    Il carnevale? Lo guarderò solo in TV” – Keirrison

    La Fiorentina all’epoca è allenata da Cesare Prandelli e l’arrivo di Keirrison, tra le altre cose, è dovuto al fatto che Adrian Mutu si è infortunato ed il reparto ha bisogno assolutamente di un innesto, identificato appunto nell’attaccante nato a Dourados.

    Il debutto in maglia viola avviene il 7 di Febbraio mentre 20 giorni più tardi arriva la prima rete, che vale il pareggio della sua squadra a tempo scaduto contro la Lazio allo stadio Olimpico.

    L’attaccante è bravo ad arpionare un pallone nell’area piccola e poi fortunato quando se lo ritrova sui piedi da recapitare in rete.

    Dopo la prima rete però non trova molta continuità di rendimento e per il secondo gol bisogna aspettare Aprile inoltrato quando per la prima volta viene schierato nell’11 titolare della Fiorentina che affronta l’Inter a San Siro.

    È proprio lui, dopo 10 minuti, a portare in vantaggio la sua squadra appoggiando comodamente di piatto a porta sguarnita su un invito proveniente dalla destra. La partita finirà in pareggio, con 2 reti segnate per parte, ma la tanto sperata esplosione dell’attaccante non avverrà mai.

    A Luglio la società decide di non proseguire l’avventura, nonostante il prestito dovesse durare per un altro anno, ed il calciatore viene rispedito in Brasile.

    L’aria di casa non riesce a risollevarlo e quello che fino a qualche anno prima sembrava un attaccante destinato a grandi palcoscenici diventa l’ombra di sé stesso. In Brasile gira diverse squadre tra le quali, Santos, Cruzeiro, Coritiba e Londrina ma nel 2015 arriva la mazzata finale, che con il calcio giocato ha ben poco a che fare, quando perde il figlio Henri di soli due anni.

    Keirrison non si ritira, e a dire la verità non si è ancora ufficialmente ritirato, ma è ovvio che il calcio da quel momento in poi diventi un semplice diversivo per non pensare alla tragedia che la vita gli ha inflitto. Tenta anche un disperato ritorno in Europa nel 2017 nella squadra portoghese dell’Arouca, ma dopo aver collezionato due sole presenze fa ritorno definitivamente in patria.

    Nonostante non si possa certo definire tra i peggiori calciatori passati per il nostro campionato, in fin dei conti c’è chi ha fatto molto peggio di 2 gol in 10 presenze dopo essere arrivato a Gennaio, era lecito aspettarsi ben altro impatto da chi, solo pochi mesi prima, era stato acquistato da uno dei club più importanti a livello mondiale.