Kerlon, in arte “Foquinha”

    Kerlon, in arte “Foquinha”

    Il Brasile, nel corso del tempo, ci ha abituato a sfornare nuovi potenziali fenomeni nel mondo del calcio alla velocità della luce, così come, altrettanto velocemente, li abbiamo visti fagocitati dopo pochi anni di carriera.

    Il nuovo Ronaldo, il nuovo Roberto Carlos, il nuovo Ronaldinho e via discorrendo, la lista potrebbe essere potenzialmente infinita.

    Chi di voi segue il calcio già da un po’ di anni si ricorderà sicuramente di Kerlon Moura Souza, anche se forse il suo vero nome non vi farà scattare subito la molla, in quanto è molto più probabile che lo abbiate conosciuto con il suo soprannome, quello che all’epoca lo rese celebre: Foquinha.

    La piccola foca, un soprannome che già dice molto se accostato ad un calciatore. Il paragone con il mammifero marino dei ghiacciai fa riferimento alla stereotipata abilità dell’animale ammaestrato di padroneggiare la palla con il muso, senza farla cadere per terra.

    Foquinha, già da quando è poco più che bambino, si è inventato questo nuovo modo bizzarro per saltare gli avversari: palla sulla testa, corsa e via, senza perdere il controllo della sfera. Un numero che molti considerano fine a sé stesso, arrogante, strafottente, una cosa da circo più che da campo di calcio. Fate conto di vedere un Neymar ante litteram, senza però la sostanza che accompagna le giocate funamboliche dell’attuale stella del PSG e del calcio mondiale.

    Non che Foquinha sia scarso, intendiamoci, dal momento che fin dalle giovanili nel Cruzeiro il suo nome sembra destinato a grandi palcoscenici. Nel 2005, a 17 anni di età, è capocannoniere e miglior giocatore del Campionato Sudamericano under 17 con la maglia della nazionale verdeoro e nel 2008 approda già in Europa, precisamente in Italia.

    Kerlon, in arte “Foquinha”

    A portarlo nel nostro paese è il Chievo, in accordo con l’Inter, un’operazione molto simile a quella già fatta con altri calciatori come Obinna e Julio Cesar. Quando arriva da noi Foquinha non ha ancora 20 anni ed è già alle prese con uno dei grossi problemi che caratterizzeranno l’intera sua carriera, per la verità molto breve, ovvero gli infortuni. In Brasile, per il suo modo di giocare, viene preso di mira dagli avversari: nel 2007 Coelho, giocatore dell’Atletico Mineiro, dopo essere stato saltato con il celebre numero della foca gli rifila una spallata in faccia prendendosi 10 giornate di squalifica, poi ridotte a 5. Nel Febbraio del 2008, inoltre, viene operato dal medico di fiducia dell’Inter per la ricostruzione dei legamenti crociati.

    A Verona esordisce nell’Ottobre del 2008, in occasione di un Chievo-Lazio terminato con la vittoria degli ospiti per 2-1, subentrando a partita in corso. In seguito giocherà solo altri 3 spezzoni totali di partita, portando a 4 le presenze complessive in campionato alla sua prima esperienza nella massima serie che, a dirla tutta, sarà anche l’ultima.

    Nell’estate del 2009 l’Inter lo mette sotto contratto, anche se il tecnico José Mourinho fa intendere subito che il calciatore non rientra nei suoi piani tecnici. Passa in prestito all’Ajax ma nuovamente subisce un grave infortunio che lo costringe sotto i ferri, stessa sorte che gli toccherà anche l’anno successivo, il 2010,  quando rientra in Italia dal prestito.

    Il povero Foquinha nell’Inter non avrà mai modo di esordire, pur rimanendo eternamente grato al club, ma soprattutto al procuratore Mino Raiola, per avergli fatto firmare un bel contratto pluriennale senza che ancora avesse dimostrato alcunché, almeno ad alto livello.

    Da qui iniziano le peregrinazioni del calciatore in giro per il mondo: prima ritorna in Brasile, poi vola in Giappone e successivamente in America, nella National Adult League, una sorta di campionato amatoriale. Dall’America vola a Malta, per giocare nel Silema Wanderers, e poi di nuovo in patria, siamo nel 2016.

    Non è ancora finita perché c’è tempo per un ultimo colpo di coda, l’esperienza in Slovacchia con lo Spartak Trnava, che dura la bellezza di 4 partite, dopo le quali annuncia il suo ritiro all’età di 29 anni.

    Difficile dire se senza quegli infortuni gravi che ne hanno tormentato la carriera fin da giovanissimo avremmo ammirato un signor calciatore o se, in fin dei conti, il suo livello era poco più che modesto, del tutto inadatto per un campionato di alto livello, come molti hanno sempre sospettato.

    Certo è che se Kerlon, in arte “Foquinha, fosse stato forte anche solo la metà di quello virtuale, che ha fatto le fortune di ogni giocatore di Football Manager, staremmo parlando di un signor giocatore, ma purtroppo questa è la cruda e amara realtà.