Milos Krasic, altro che nuovo Nedved

    MILOS KRASIC, ALTRO CHE NUOVO NEDVED

    Se c’è una cosa che può affossare inesorabilmente la carriera di un calciatore che si è appena affacciato ad un grande club è il paragone con un campione del passato, con poche eccezioni.

    Quanti calciatori sono stati schiacciati sotto il peso dell’etichetta di “nuovo Ronaldo”, “nuovo Messi”, “nuovo Nesta” e via discorrendo? Di esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe.

    Oggi vi vogliamo parlare proprio di uno di questi casi, un calciatore che i tifosi juventini, e non solo, ricordano molto bene: Milos Krasic.

    MILOS KRASIC, ALTRO CHE NUOVO NEDVED

    Il calciatore serbo classe 1984 è approdato alla Juventus nel 2010, in un’epoca in cui la Vecchia Signora era in piena fase di ricostruzione post-calciopoli. Le buonissime stagioni in maglia CSKA Mosca, culminate con una serie di prestigiosi trofei ed il riconoscimento di calciatore serbo dell’anno 2009, hanno fatto sì che l’attenzione nei suoi confronti fosse molto alta.

    La Juventus all’epoca allenata da Delneri mette sul piatto 15 milioni di euro e si assicura le sue prestazioni, che inizialmente fanno letteralmente strabuzzare gli occhi.

    Velocità, dribbling, progressione, cross e una discreta facilità nel trovare la via del gol fanno credere ai tifosi bianconeri di aver trovato l’erede di uno dei calciatori più amati da quelle parti, ovvero Pavel Nedved, che proprio l’anno precedente all’arrivo di Krasic aveva appeso le scarpette al chiodo.

    La somiglianza fisica, chioma bionda e fluente, fa il resto. Dopo le prime sette partite in maglia Juventus Krasic è già a quota 6 assist e 3 gol, questi ultimi realizzati tutti al Cagliari in una tripletta che diverrà quasi mitologica con il passare degli anni.

    Il paragone con la “Furia Ceca” si fa sempre più insistente e, di pari passo, le prestazioni del calciatore vanno progressivamente calando.

    A meno di un mese dalla tripletta al Cagliari, Milos Krasic si rende autore di un episodio che lo farà diventare protagonista assoluto, purtroppo per lui non nel senso sperato. È il 24 Ottobre e la Juventus affronta il Bologna al Dall’Ara. Dopo 35 minuti la sfida è ancora sullo 0-0 quando avviene il fattaccio: Iaquinta lavora un pallone e lo appoggia all’esterno serbo che entra in area affrontato da Portanova e si lascia cadere, in maniera indegna.

    Se già in presa diretta il tuffo sembra piuttosto evidente il replay è impietoso, con Portanova che si ferma e Krasic che trascina il piede fingendo un contatto inesistente. L’arbitro De Marco però si fa trarre in inganno e fischia la massima punizione, che Iaquinta si farà respingere da Viviano.

    Un episodio che segnerà la carriera di Krasic che oltre a prendersi due giornate di squalifica con la prova televisiva verrà etichettato come simulatore per tutto il prosieguo della sua esperienza italiana.

    La seconda parte di stagione, come detto, pur non essendo totalmente da disprezzare non è certamente all’altezza delle prime uscite ma il peggio deve ancora venire. A fine stagione Delneri saluta e arriva Antonio Conte, che fin da subito non pare apprezzare particolarmente il calciatore serbo. Emblematico, tra gli altri, un siparietto dove l’allenatore sembra sconsolato, quasi al limite della rassegnazione, mentre cerca di impartirgli alcune annotazioni tattiche che Krasic non recepirà mai.

    Nella seconda stagione quello che doveva essere il nuovo Nedved scende in campo solo 7 volte in serie A senza mai impressionare, o meglio, impressionando sì, ma in negativo. L’unico gol arriva contro il Catania, grazie alla compiacenza di un non irreprensibile Mariano Andujar.

    Che l’esperienza di Krasic in Italia giunga al capolinea sembra un fatto ineluttabile e così in effetti sarà. A fine stagione si trasferisce in Turchia, al Fenerbahce, nel disperato tentativo di risollevare la propria carriera, che invece sprofonda senza possibilità di appello.

    In Turchia gioca col contagocce e a poco serve il prestito al Bastia che a fine stagione, siamo nel 2014, lo rispedisce al mittente senza troppi complimenti. Il rientro al Fenerbahce, se possibile, è ancora più traumatico del primo approccio, in quanto Krasic finisce addirittura nella squadra riserve.

    L’ultima esperienza di cui si ha notizia è quella nel Lechia Danzica, nel massimo campionato polacco, squadra in cui Krasic è tesserato dal 2015 al 2018, prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo.

    “ Il 4-4-2 di Delneri era perfetto per me. L’arrivo di Conte e soprattutto il cambio di modulo mi hanno penalizzato, nel frattempo erano arrivati giocatori di livello superiore. Forse una squadra con Pirlo, Vidal e altri campioni era troppo per me

    Con queste parole, rilasciate un paio di anni fa alla Gazzetta dello Sport, Milos Krasic ha sostanzialmente ammesso le proprie colpe e i suoi limiti, con buona pace di sperava di aver scovato l’erede di Pavel Nedved e si è ritrovato con una copia che definire sbiadita è un signorile eufemismo.