Marco Sau, semplicemente Pattolino

marco sau
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Allora, parliamoci chiaro, noi non abbiamo mai giocato a calcio a certi livelli, e nemmeno ai livelli più bassi del calcio polveroso di provincia, ma una certezza ce l’abbiamo.

Quando i tifosi arrivano ad adattare una hit musicale per dedicarti un coro, puoi dire con assoluta certezza di avercela fatta, di essere arrivato dritto al cuore degli appassionati di calcio.

E allora siamo sicuri che, ogni volta che Marco Sau ha sentito i suoi tifosi cantare “Ommalleo simpallao, segna sempre Marco Sau”, nel suo cuore ha sentito nascere un moto d’orgoglio inarrestabile, con il pensiero che correva, sicuramente, ai pomeriggi passati a giocare in strada, quelli passati a sognare di diventare un calciatore.

Partiamo dal 2020: Marco Sau si presenta ai nastri di partenza della Serie A 2020/21 dopo una stagione da protagonista in Serie B, con 12 gol segnati in cadetteria con la maglia del Benevento, con la promessa di fare da trascinatore per la squadra giallorossa.

In un certo senso, per lui sarà la prima volta in Serie A con una maglia diversa da quella del Cagliari; sì, ci sono stati 5 spezzoni di partita nella scorsa stagione con la maglia della Samp, fino a gennaio, ma quelli non possono contare più di tanto. Perché, fino a qualche tempo fa, dire Marco Sau significava dire Cagliari.

Quella tra il piccolo attaccante di Tonara e la squadra rossoblu è stata una vera e propria storia d’amore. E non è un caso se, per i tifosi del Cagliari, Sau era semplicemente Pattolino, il soprannome che gli aveva dato un cugino che non riusciva proprio a dire Marcolino.

Sau, classe 1987, cresce nelle giovanili del Cagliari, e proprio mentre sta finendo il suo percorso nell’Under della squadra sarda, al Sant’Elia c’è un piccolo mago che disegna calcio, che dipinge spettacolo. Quel mago è Gianfranco Zola, e Marco Sau lo ammira tanto da farne un vero e proprio eroe. Sarà per le origini comuni, sarà per quel fisico e per quelle movenze tanto simili, ma “Magic Box” diventa un vero punto di riferimento per Sau.

La carriera di Sau, però, parte lontano da Cagliari, con i prestiti al Manfredonia, all’Albinoleffe e al Lecco. Nel 2010, ancora in prestito, si trasferisce a Foggia, dove in Serie C, sotto la guida di Zdenek Zeman, segna 20 gol in 33 partite. In quell’estate dovrebbe trasferirsi a titolo definitivo proprio ai pugliesi, ma intorno al suo cartellino si accende una diatriba legale che, alla fine, lo riporta a Cagliari. I rossoblu lo mandano ancora una volta in prestito, alla Juve Stabia, e con le Vespe Marcolino segna ancora a raffica nella stagione 2011/12. 21 gol e titolo di vice-capocannoniere dietro allo scatenato Ciro Immobile.

Così l’estate del 2012 è quella del ritorno al Cagliari. Sau esordisce in Serie A con la maglia dei sardi il 15 settembre, entrando in campo al 63′ al posto di Thiago Ribeiro. Gli bastano 24 minuti per trovare il suo primo gol nella massima serie, curiosamente con un colpo di testa, non proprio la specialità della casa.

È così che nasce la storia d’amore tra Pattolino e il Cagliari. Sette stagioni, 49 gol in 202 partite, un po’ di sfortuna con il fisico. Ma quando Marco Sau entra in campo, i tifosi sanno già che darà tutto, per quella maglia, perché per lui non è e non sarà mai una maglia come tutte le altre.

Segna l’ultimo gol con la maglia del Cagliari l’8 dicembre del 2018, in un rocambolesco pareggio in rimonta con la Roma. Nel mercato di gennaio del saluta i rossoblu e si trasferisce alla Samp, dove però non trova spazio.

Sembra che la sua carriera abbia imboccato una parabola discendente, e invece l’anno scorso il Benevento di Pippo Inzaghi punta su di lui, e Sau ripaga la fiducia con 12 gol nella magica cavalcata verso la Serie A.

Oggi, dopo tutto questo viaggio, Marco Sau si ripresenta come titolare indiscusso del Benevento, pronto a guidarlo in questa nuova avventura in Serie A. Non sappiamo se, nei prossimi mesi, gli stadi riapriranno ai tifosi, almeno in parte. Ma siamo sicuri che, se potessero tornare sugli spalti della Sardegna Arena, i tifosi del Cagliari accoglierebbero Marco Sau da avversario con quel coro diventato leggenda: “Ommalleo simpallao, segna sempre Marco Sau”.