Finto padre per i fratelli Traoré? C’è il rischio di una lunga squalifica

    Potrebbe presto venire a galla la verità su una vicenda del tutto nebulosa e in attesa di chiarezza, riguardante anche i due fratelli Hamed Junior Traoré e Amad Traoré, talenti in forza rispettivamente al Sassuolo e all’Atalanta.

    Come riportato da ‘la Repubblica’, la Procura di Parma ha mosso l’accusa di ‘falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’ nei confronti di cinque persone ivoriane: Bly Blaise Tehe, Marina Edwige Carine Teher (dipendente del club bergamasco), Larissa Ghislaine Teher, Zadi Gildas Abou e Hamed Mamadou Traoré.

    La posizione di quest’ultimo in particolare è finita sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, poiché sarebbe il finto padre dei due giovani calciatori che avrebbero usato tale escamotage per agevolare il loro ingresso in Italia.

    Hamed Junior e Amad per ora non risultano iscritti nel registro degli indagati ma sono stati ascoltati soltanto in qualità di persone informate dei fatti. Qualora la loro colpevolezza fosse accertata rischierebbero una squalifica come avvenne nei primi anni 2000 per il famoso caso di falsa identità Eriberto/Luciano, che riuscì a cavarsela con 6 mesi di stop. Da sottolineare l’assoluta regolarità delle posizioni di Atalanta e Sassuolo, completamente estranee alla vicenda.

    I primi dubbi nacquero nel 2017 con l’arresto di tre persone tra cui Giovanni Damiano Drago, che accusò il sopracitato Tehe di aver favorito l’ingresso irregolare nel territorio italiano di cinque promesse ivoriane.