Il calcio verso la ripresa: 16.30, 18 e 21 gli orari per gli inizi delle gare

    Solo fino a pochi giorni fa, pensare ad una ripresa del campionato sembrava essere un esercizio abbastanza complicato, oggi le cose sono sostanzialmente cambiate. Il comunicato diramato dalla FIGC nella serata di mercoledì, sembra aver reso più in discesa un percorso che non è ancora totalmente delineato, ma che comunque potrebbe indurre all’ottimismo nonostante le diverse problematiche che ancora ci sono da superare.

    In definitiva sono state stabilite quelle che sono le ‘Linee guida per la ripresa del campionato’ e quindi tutte quelle disposizioni che bisognerà seguire quando ci sarà il definitivo via libera.

    Come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’, nel capitolo ‘Requisiti per il ripristino dell’attività di gara allo stadio’ viene stabilito non solo i che i giocatori ed i membri dello staff delle varie squadre dovranno essere tenuti a distanza dagli altri soggetti coinvolti che ovviamente non possono essere stati sottoposti a controlli da parte dei club, ma anche quelli che saranno gli orari per scendere in campo.

    L’obiettivo è quello di riuscire ad ovviare al caldo estivo e per tale motivo non si giocherà alle 15. Gli orari individuati per l’inizio delle partite sono invece 16.30 (solo per le gare da giocarsi nei fine settimana), 18.45 e 21.

    Come riportato dal ‘Corriere dello Sport’, tra i vertici della Lega resta quella del 13 giugno la data preferita per la ripartenza. L’ultimo Decreto stabilisce lo stop di tutte le manifestazioni sportive fino al 14, ma da questo punto di vista intervenire non dovrebbe rappresentare un problema.

    Altra ipotesi era quella di far riprendere il torneo il 20 giugno, tuttavia l’obiettivo è quello di partire una settimana prima al fine di avere qualche giorno in più per gestire la situazione in caso di altri possibili problemi legati alla positività di qualche giocatore. Si preferisce dunque la strada della cautela, nonostante la UEFA abbia già ribadito che quella del 2 agosto non è una deadline tassativa entro la quale chiudere i campionati, ma solo una semplice raccomandazione.

    La strada che porta ad una ripresa sembra quindi essere ormai tracciata, anche se questo discorso potrebbe non valere per tutti i campionati. Come riportato da ‘Tuttosport’, la decisione del Consiglio Federale di imporre alla Serie C di tornare in campo non è piaciuta a molti e questo anche perché l’Assemblea delle società di Lega Pro aveva già in precedenza votato a larghissima maggioranza per una chiusura anticipata del torneo.

    Molti club di Serie C non possono contare sulle risorse di quelli di altri campionati professionistici ed inoltre sono in diversi ad avere riserve sull’attuazione del protocollo sanitario. Per tale motivo, circola anche l’ipotesi di un rifiuto a scendere in campo, cosa questa che porterebbe ad un vero e proprio sciopero. L’idea per il momento resta, ma dovrebbe prevalere una posizione di attesa, visto che comunque per le decisioni definitive in ambito nazionale bisognerà attendere almeno fino al 28 maggio quando i vertici del calcio incontreranno il Ministro dello Sport e il Governo.

    Resta poi da fare i conti con il malcontento dei giocatori esplicitata dall’AIC e da Damiano Tommasi. Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, intervenendo ai microfoni dell’ANSA dopo le delibere del Consiglio Federale, ha parlato di logiche che vanno contro i giocatori.