Moussa Diaby sfida la Juventus: in A solo una presenza col Crotone

    Alzi la mano chi si ricorda dell’esperienza italiana di Moussa Diaby. Probabilmente solo i tifosi del Crotone, magari nemmeno tutti, oltre a qualche nerd amante delle situazioni più strane e bizzarre proposte dal calcio. E quella dell’attaccante francese lo è, eccome.

    Nella rosa del Bayer Leverkusen che questa sera va nella tana della Juventus, provando a cancellare il ko interno dell’esordio contro la Lokomotiv Mosca, c’è anche lui. 20 anni compiuti a luglio, attaccante di ruolo, Diaby è arrivato dal PSG in estate in cambio di 15 milioni di euro, concretizzando così un trasferimento a titolo definitivo.

    E dire che, in Serie A, Diaby non ha lasciato il segno. Per nulla. Il Crotone lo ha prelevato in prestito dal PSG nel gennaio del 2018, giovane speranza da inserire in una rosa in lotta per la salvezza, ma i risultati non sono stati quelli sperati: appena 69 i minuti concessigli da Walter Zenga in metà stagione. L’esito finale? Calabresi in B e Diaby di ritorno a Parigi al termine del campionato.

    Di quei 69 minuti, ironia della sorte, Diaby ne ha collezionati 63… proprio contro la Juventus, nella sua unica presenza da titolare a Crotone. Era il 18 aprile del 2018 e i pitagorici conquistavano un prestigiosissimo 1-1 grazie alla celeberrima rovesciata vincente di Nwankwo Simy. Per il giovanissimo mancino parigino, prestazione tutto sommato sufficiente. Inutile, però, a garantirgli un ulteriore minutaggio in quell’annata.

    Un anno e mezzo più tardi, riecco Diaby sotto un’altra veste: quella di calciatore del Bayer Leverkusen, ad ascoltare l’ammaliante inno della Champions League. Questa sera non partirà titolare, così come non è partito titolare né in Bundesliga né contro la Lokomotiv, ma a gara in corso potrebbe anche entrare.

    Se Bosz deciderà di dargli fiducia, Diaby ripenserà inevitabilmente a quel 18 aprile 2018 in cui anche lui sfidava la Vecchia Signora del calcio italiano. Riuscendo peraltro a non perdere e, dunque, a mantenere immacolato il proprio curriculum contro la cannibale del calcio italiano. Un’impresa che, in Serie A, è riuscita a pochi.