Solo cinque goal per gli attaccanti del Milan: come nel 2006, arrivò quarto

    Delusione massima a casa Milan, dopo undici turni con una media da zona retrocessione, due allenatori, Giampaolo prima e Pioli poi, e una squadra in grande difficoltà contro piccole e grandi. A deludere maggiormente sono gli attaccanti, che fin qui hanno messo insieme appena cinque reti. Come nel glorioso 2006/2007.

    Era dall’autunno 2006, infatti, che il reparto offensivo del Milan non siglava così poche reti nei primi undici turni di campionato: stavolta tre reti per Piatek, una per Leao e una per Suso.

    Allora ne arrivò una per Ricardo Oliveira, che dopo la rete all’esordio non segnerà fino al 23 dicembre e dunque a febbraio (tre goal totali in ventisei apparizioni), una per Inzaghi, anche lui in goal all’esordio (due reti totali, ma devastante in Champions), una per Gilardino, due per Kakà, praticamente attaccante aggiunto.

    Penalizzato dopo i mesi infuocati di Calciopoli, in quel 2006 il Milan di Ancelotti si ritrovava ad appena sette punti in classifica, che senza lo stop federale sarebbe stati 15. Pochi, quasi quanto i 13 di questi primi due mesi e mezzo di campionato 2019/2020. Eppure era un Milan molto diverso, sì rallentato, sì deludente, ma che riuscì a stupire tutti grazie ad un’impianto da urlo al quale si unì anche Ronaldo, il Fenomeno, a gennaio.

    A fine stagione fu quarto posto nonostante la penalizzazione, con il solo Gilardino a raggiungere la doppia cifra, ad appena 12 reti. Un parco attaccanti che segnava poco in Serie A, ma capace di fare la voce grossa in Champions e vincere il titolo con un Kakà superlativo (ricordate Manchester?).

    In quel Milan era presente anche Borriello, ultimo nel parco degli attaccanti. Guardando i nomi a disposizione dei due tecnici, però, il confronto è impietoso e i tifosi rossoneri non riescono ad essere ottimisti riguardo una cavalcata che possa portare ad una rimonta, con un reparto offensivo senza gloria.

    Allora, infatti, nonostante i pochi goal degli attaccanti, a centrocampo giostravano Pirlo, Seedorf, Ambrosini e compagnia. E sopratutto la rimonta fu possibile affidandosi ad una difesa impenetrabile: Nesta, Maldini, Cafu, Costacurta. Due piani diversi, due pianeti diversi.