C’era una volta il 2000

    2000
    2000

    Quante novità e quante sorprese in quell’incredibile ed avvincente stagione 1999-2000, decisa all’ultima giornata…

    Sono passati già vent’anni, ma per chi l’ha vissuto coscientemente, sembra sia veramente l’altro ieri.

    Già solo perché apriva di fatto un nuovo millennio, il 2000 è stato sicuramente un anno speciale. Quell’anno ad Hammamet, Tunisia, moriva Bettino Craxi, mentre a Belgrado veniva ucciso in un agguato Zeljko Raznatovic, più noto al mondo come il comandante Arkan. Lo stesso in cui in Italia si apriva il Giubileo e ci lasciava la leggenda di Gino Bartali. Nel mentre, la Lazio di Sven Goran Eriksson vinceva il suo secondo storico scudetto.

    Quella stagione calcistica, in una spettacolare Serie A, si aprì con tanti colpi di scena, alcuni davvero sorprendenti.

    Dopo aver salutato “lo zio” Giuseppe Bergomi, che alla fine del campionato precedente aveva annunciato l’addio al calcio, l’ambiziosa Inter di Massimo Moratti si affidò in panchina al “nemico” Marcello Lippi, per tanti anni alla guida dei rivali storici della Juventus, mettendogli a disposizione l’ex bomber di Juventus, Atletico Madrid e Lazio, Christian Vieri, pagato 90 miliardi di Lire (fu all’epoca il trasferimento più costoso nella storia del calcio): per tutti erano i nerazzurri i grandi favoriti alla vittoria finale.

    Di contro la Juventus di Carlo Ancelotti, vogliosa di riscatto dopo una stagione molto deludente, acquistò Van der Sar e Zambrotta, mentre la Roma affidò la propria panchina a don Fabio Capello, prelevando per 40 miliardi dalla Sampdoria anche Vincenzino Montella.

    Il Milan, campione d’Italia in carica, acquistava la stella della Dinamo Kiev Andriy Shevchenko, sborsando quasi 35 miliardi di Lire.

    La Lazio invece, ancora scottata dal secondo posto della stagione precedente (concluso ad un solo punto dal Milan), definì gli acquisti che servivano per completare una rosa già molto competitiva: alla corte di Eriksson arrivarono i centrocampisti Diego Pablo Simeone e Juan Sebastian Veron. Si riveleranno acquisti decisivi per la vittoria del campionato.

    E pensare che a marzo, i biancocelesti erano distanti ben 9 punti dalla Juventus capolista…

    Il discorso sembrava ormai chiuso, ma in poche settimane le cose cambiarono e, complice anche lo scontro diretto di Torino del primo aprile vinto dai biancocelesti grazie a un gol del “Cholo” Simeone, ridussero lo svantaggio a soli 3 punti.

    Tuttavia, un ulteriore passo falso laziale permise alla Juventus di tornare a +5 sulla diretta rivale. A questo punto però, la Vecchia Signora inizia ad accusare la fatica dovuta probabilmente alla partecipazione alla Coppa Intertoto (sì, c’era ancora l’Intertoto e la Juve, arrivata settima nella stagione precedente, vi partecipò… Davvero altri tempi!) e, a due turni dal termine, i bianconeri caddero a sorpresa contro la rivelazione Verona allenata da Cesare Prandelli, riducendo nuovamente il distacco, stavolta a –2.

    Si arrivò così all’ultima giornata, giocata il 14 maggio 2000, con la Juventus che doveva far visita al Perugia di sor Carletto Mazzone, mentre la Lazio ospitava la Reggina di Franco Colomba: entrambe le squadre erano già sane e salve.

    Ma se i laziali rispettarono il pronostico battendo 3-0 gli amaranto all’Olimpico, al Renato Curi di Perugia i bianconeri uscirono incredibilmente sconfitti da quella partita passata alla storia per il forte acquazzone che fece sospendere il match. L’arbitro era Pierluigi Collina che, dopo quasi un’ora di stop, fece riprendere la partita decisa poi da un gol rocambolesco di Alessandro Calori. La rete del difensore perugino consegnò i tre punti alla squadra umbra e di fatto il tricolore alla Lazio di capitan Alessandro Nesta, che vinse così il suo secondo titolo dopo ventisei lunghi anni.

    In coda retrocessero il Piacenza, il Cagliari, il Venezia e il Torino dell’indimenticato tecnico Emiliano Mondonico, unico allenatore delle quattro squadre a non essere esonerato durante la stagione.

    Nella zona Europa invece, un inedito spareggio diede all’Inter di Lippi la qualificazione ai preliminari di Champions League, grazie ad un fantastico Roberto Baggio.

    Il divin codino, nonostante fosse in rotta totale con il tecnico viareggino e ormai prossimo all’addio, da meraviglioso campione qual era rispose presente alla disperata chiamata dell’allenatore (che non aveva praticamente nessun attaccante titolare a disposizione), decidendo il match contro il Parma del Bentegodi (campo neutro scelto per l’occasione) con una formidabile doppietta rimasta nei cuori dei tifosi nerazzurri.

    Il 1999-2000 fu un anno avvincente e combattuto sino all’ultimo anche nella lotta al titolo di capocannoniere, vinta dall’esordiente Andriy Shevchenko con 24 reti, davanti a titani come Gabriel Omar Batistuta (23) della Fiorentina e Hernan Crespo (22), allora in forza al Parma.

    Insomma, un campionato davvero incredibile, pieno di stelle, squadroni e colpi di scena.

    Una serie A che speriamo di rivivere un giorno.