Francesco Totti e quel capolavoro in Sampdoria-Roma

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    Oggi va in scena Sampdoria-Roma e la mente non può non portarci a quel fantastico gol dell’eterno capitano romanista del 26 novembre 2006.

    Genova, stadio Ferraris. È il minuto 73 di Sampdoria-Roma quando Cassetti intercetta un pallone sulla trequarti e crossa verso Francesco Totti, defilatosi sulla sinistra. La palla a scavalcare la difesa avversaria è sì precisa ma arriva dall’alto, ed è indirizzata verso l’esterno dell’area di rigore. Difficilissimo calciare al volo e centrare la porta difesa da Berti, figuriamoci segnare… Ma il capitano giallorosso non lo sa e impavido decide di tirare senza farla cadere: Ne esce fuori uno dei gol più belli della storia della serie A.

    In molti avrebbero probabilmente cercato di mettere giù la palla, o di metterla in mezzo con un passaggio al volo.

    Non lui.
    Non Totti.

    Perché i gol impossibili sono il suo marchio di fabbrica, le sue reti spavalde sono ciò che lo hanno reso Francesco Totti. 

    Nel calcio esistono momenti e gesti tecnici che restano impressi nell’immaginario collettivo degli appassionati e questo è senza ombra di dubbio uno di quelli.

    I tifosi romanisti presenti allo stadio sono come impazziti, quelli doriani si alzano in piedi e applaudono istintivamente. Gli appassionati che stanno seguendo la partita in tv non credono ai loro occhi, i replay li aiutano a capire che è tutto vero.

    Un gol celebrato da tutto il mondo, un gol che rimarrà di diritto negli annali di questi sport.

    “La rete contro la Samp è a pari merito con il cucchiaio alla Lazio e all’Inter il mio gol preferito. Tirare con il sinistro? Probabilmente mi ha aiutato perché non ci pensi e forse ti coordini meglio. Sei più spensierato e non hai troppe aspettative… ”.

    Talento, personalità, genialità, coraggio, spavalderia, ma soprattutto facilità di calcio imbarazzante.

    Qui Francesco Totti ha tentato ed ha trovato un gol impossibile, meraviglioso, forse irripetibile.

    Sicuramente indimenticabile.

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