L’ultima partita di Sir Alex Ferguson

    L’ultima partita di Sir Alex Ferguson

    “Se dovessi riassumere in un risultato cos’è il Manchester United sceglierei quello della mia ultima partita, la numero 1500: WBA – Manchester United 5-5. Pazzesca, fantastica, divertente, eccessiva…”

    Lo racconta nella sua autobiografia “La mia vita” sir Alex Ferguson.

    E’ la sua ultima partita da allenatore, poi andrà in pensione, ormai ha deciso.

    “… Non sono riuscito a recriminare per aver buttato via in 9 minuti il vantaggio per 5-2: ho anche cercato di apparire infastidito, ma i giocatori si sono accorti subito che fingevo. Ho detto loro: ‘Un gran bel saluto da parte vostra eh!?’
    Fragilità difensiva a parte, quel giorno ero fiero di quel grande gruppo di giocatori e del mio grande staff: il mio lavoro era veramente finito.”.

    L’ultima partita di Sir Alex Ferguson

    Alex Ferguson racconta nel suo libro anche un curioso aneddoto legato alla sera prima del grande ma triste giorno.

    “La sera prima della partita i giocatori mi fecero un regalo per celebrare il mio ritiro: fu davvero speciale, mi donarono un bellissimo orologio del 1941, l’anno in cui sono nato, regolato sulle 15:03, l’ora della mia venuta al mondo, a Glasgow, il 31 dicembre. Mi diedero anche un album di fotografie che ripercorreva i miei anni allo United. Rio Ferdinand, grande appassionato di orologi, aveva avuto la magnifica idea del regalo. 
    Alla consegna dei regali partì un lungo applausi e notai che alcuni giocatori si emozionarono. Avevano anche un espressione particolare: erano sempre stati con me, alcuni anche per vent’anni. Osservavo il loro sguardo assente: come sarebbe stato ora? Alcuni non avevano avuto altri allenatori oltre a me.”

    Emozioni impossibili da trattenere per chi vedeva sir Alex come un secondo padre.

    “Ma c’era ancora una partita da giocare. 
    Finì 5-5 come detto. Mi sarebbe piaciuto vincere 5-2, ma in qualche modo il 5-5 era un addio più appropriato: il primo 5-5 nella storia della Premier League nel giorno del mio ultimo match. 
    Un ultimo spicchio di storia nei miei ultimi novanta minuti.”

    Una storia incredibile durata ventisette lunghissimi anni.

    Era il 1986 quando quel signorotto proveniente da Govan approdò al Manchester United. 

    Nel mezzo, quarantasette titoli tra Saint Mirren, Aberdeen e Manchester United, di cui tredici campionati inglesi (record assoluto), due Champions League (indimenticabile quella in rimonta sul Bayern Monaco del 1999), due coppe delle coppe e tante altre coppe nazionali, oltre alla bellezza, come ricorda lui nella sua autobiografia, di ben 1500 panchine in carriera.

    Tutti questi titoli e panchine, oltre a ciò che ha rappresentato per il calcio britannico e mondiale, hanno portato l’IFFHS, l’istituto di storia e statistica del calcio, a proclamarlo persino miglior allenatore del XXI secolo. 

    In pochi credo non siano d’accordo.

    Ha sbaragliato il campo, rivoltato come un guanto le logiche, cresciuto e lanciato una generazione di campioni, vinto tutto… Diventando una vera e propria leggenda.

    Quel giorno di maggio finiva l’epopea dell’allenatore più vincente di tutti i tempi.
    Quel giorno si ritirava “The man of history”, “the boss”: sir Alexander Ferguson.