Sergio Ramos, unico nel suo genere

    Sergio Ramos, unico nel suo genere

    È riconosciuto all’unisono come uno dei migliori difensori al mondo, ha vinto praticamente tutto, ma nonostante ciò non riesce a guadagnarsi la simpatia popolare, per via di alcuni suoi comportamenti.

    Lui è un andaluso, di quelli prepotenti. Di quelli che non vogliono perdere nemmeno quando giocano per strada.

    Gioca da veterano e leader dai tempi del Siviglia, da quando aveva diciott’anni, e i suoi innumerevoli trofei vinti in carriera (25, compreso l’Europeo Under 19), conditi ben 117 gol complessivi tra club e nazionale, realizzati da “difensore”, lo dimostrano ampiamente.

    I suoi primi passi li muove nella sua Camas, paesino vicino a Siviglia, in Andalusia, dove si dice che in tanti accorressero al campo per vedere all’opera quella squadra juvenil guidata da un piccolo fenomeno.

    Le voci sulle qualità del ragazzino, che si chiama Sergio Ramos e che fin lì aveva giocato esterno alto nel club del paese, arrivarono sino agli scout del Siviglia, club che lo acquista immediatamente per rinforzare le sue giovanili. 

    E sulla sponda ‘rojiblanca’ del Guadalquivir Sergio, che nel frattempo viene spostato in difesa, incontrerà altri due talenti che faranno poi strada come Jesus Navas e lo sfortunato Antonio Puerta, che anni dopo purtroppo ci lascerà prematuramente dopo un malore in campo.

    Con loro Sergio Ramos fa tutta la trafila arrivando in prima squadra nel 2004.

    Basterà una sola stagione per far conoscere ai top club europei il suo straordinario talento, oltre alla sua utilissima duttilità tattica, ovvero il poter giocare indifferentemente sia destra che al centro.

    Così nell’estate del 2005 è il glorioso Real Madrid a portarlo al Bernabeu per ben 25 milioni di Euro. È una cifra importante all’epoca per l’acquisto di un difensore sì promettente ma ancora da valutare. Negli anni però, possiamo tranquillamente affermare che tutti quei soldi saranno totalmente ripagati, fino all’ultimo centesimo: perché quella tra Sergio Ramos e il Real è una incredibile storia d’amore che dura ancora oggi. 

    Sergio Ramos, unico nel suo genere

    Sergio, che ha scelto il numero 4 del suo idolo Fernando Hierro, con le merengues inizia prima come terzino destro, per poi passare stabilmente a guidare la difesa, diventando con l’addio del leggendario Raul anche capitano.

    Spesso poi risulterà decisivo anche in fase offensiva, come nella finale che valse la “decima” Champions League della storia per il Real dell’allora mister Carlo Ancelotti, che lo ritiene “il difensore più completo che abbia mai allenato”, o in come tante, tantissime altre gare cruciali nel corso della sua carriera.

    Con i blancos vincerà ben quattro Coppe dalle grandi orecchie (di cui tre consecutive), quattro campionati spagnoli e tanti altri trofei, con la nazionale spagnola poi due campionati europei ed una Coppa del Mondo.

    Ma negli anni, nonostante le innumerevoli vittorie e nonostante si sia imposto come uno dei più forti difensori al mondo, sarà spesso criticato per il suo atteggiamento poco “sportivo” in campo.

    Sono suoi alcuni record negativi riguardo le sanzioni: è il giocatore ad aver subito più cartellini gialli e rossi nella storia della Liga, del Real Madrid e, ovviamente, dalla Champions League (raggiunti Ibrahimovic e Davids con quattro espulsioni). Poi, è anche il più sanzionato nella storia della nazionale spagnola. Insomma, non proprio il difensore da cui aspettarsi lealtà nei duelli individuali, anzi.

    Ma lui è comunque “El gran capitan” di una squadra leggendaria.
    Lui è è stato ed è un perno imprescindibile di una nazionale, la Spagna, che ha fatto la storia.
    Lui è uno dei difensori più prolifici e decisivi mai visti.

    Quindi poche storie: Sergio Ramos, nella storia del calcio, ci sta alla grande.