Odiati, amati e temuti: sono gli “eroi” della Stella Rossa

    Odiati, amati e temuti: sono gli “eroi” della Stella Rossa

    Bari, 29 Maggio 1991. Al San Nicola va in scena per la prima volta la finale di Coppa Campioni in una città italiana diversa da Milano e Roma. Sul campo si affrontano la Stella Rossa di Belgrado, tra le cui file militano Mihajlovic, Jugovic e il genio Dejan Savicevic, e l’Olimpique Marsiglia del futuro pallone d’oro Jean Pierre Papin. A far festa saranno i serbi dopo i calci di rigore, trasformando gli spalti baresi in un muro biancorosso che fa da contraltare alle bandiere ammainate dei marsigliesi.

    Odiati, amati e temuti: sono gli “eroi” della Stella Rossa

    Prima di essere trasformata nella moderna Champions League, la penultima edizione della Coppa dei Campioni è conosciuta per aver al seguito quella che la rivista inglese “Talksport” ha definito come la tifoseria organizzata più violenta d’Europa: i Delije, gli eroi della Stella Rossa. È così che amano farsi chiamare, un po’ per incutere timore un pò per dare valore alla loro storia. Storia costellata da numerosi episodi di violenza, soprattutto nei derby contro il Partizan, eterna rivale e altra squadra di Belgrado, e contro le altre tifoserie dell’Ex Jugoslavia.

    Tra i tanti episodi degni di nota vi è uno che ha un’importante valenza storica. Siamo a Zagabria poco più di un anno prima della famigerata finale, precisamente il 13 Maggio 1990. Di fronte alla Dinamo Zagabria c’è la Crvena Zvezda, Stella Rossa in lingua serba.

    Molto più di due squadre contrapposte. A confronto anche due popoli, due religioni (cattolica e ortodossa) e due lingue diverse ma troppo simili.

    I tifosi della Stella Rossa cominciarono a lanciare i seggiolini in campo, gesto che fu trascurato dalla polizia, che era sotto influenza serba. Questa mancata tutela provocò i tifosi della Dinamo portandoli a scatenare risse dentro e fuori dal campo. Tra “i combattenti” vi era anche un giovanissimo Zvonimir Boban, ritrovatosi a difendere a suon di calci alcuni ultras croati caduti nelle grinfie dei poliziotti.

    Nei giorni a seguire si parlerà di semplice teppismo da stadio ma i più accorti sapevano già che si trattava solo del primo passo verso un finale già scritto: la fine della Jugoslavia.

    Un paese, quello slavo, che ha visto nascere il fenomeno Ultras prima di tutti. Era il lontano 28 Ottobre del 1950 quando un gruppo di tifosi dell’Hajduk di Spalato, squadra croata, decise di unirsi in quella che viene tutt’ora denominata “Torcida Split”, la prima tifoseria organizzata di tutta la storia del calcio. Da qui cominciarono a organizzarsi anche altri gruppi, tra cui i Delije.

    Fin da subito i famigerati “eroi” mostrarono una forte identità politica di estrema destra, cosa comune a quasi tutte le tifoserie dell’Ex Jugoslavia, per anni sottoposti all’egemonia del regime comunista. Se per molti gruppi ultras lo schieramento politico è divenuto una moda, per gli “eroi” della Stella Rossa è sempre stato un modus operandi. Alcuni studiosi reputano che la presenza degli ultras serbi sia stata fondamentale per le sorti della guerra. Non è un mistero, infatti, che Zeljio Raztanovic, la famigerata Tigre Arkan, sia stato a cavallo degli anni 80’ e 90’ uno dei capi dei Delije, condizionando e sfruttando non poco gli “eroi” per attività paramilitari.

    Non solo violenza, gli eroi della Stella Rossa riescono a scatenare l’inferno anche con cori e coreografie.

    Probabilmente il fenomeno della violenza è quello che li contraddistingue maggiormente ma gli “eroi” della Stella Rossa non mancano di far parlare di loro anche per le loro coreografie e per il loro sostegno alla squadra. Le trasferte al Marakana di Belgrado non sono esperienze facili, né per le squadre avversarie e nè per i suoi tifosi. Battimani scroscianti, cori il cui significato è incomprensibile e che rimbombano in boati assurdi, fumogeni e torce rendono il clima incandescente. E’ molto frequente, infatti, imbattersi in uno dei loro spettacoli pirotecnici che rendono lo stadio di Belgrado un vero e proprio “inferno”  dal quale uscire imbattuti diventa quasi impossibile.

    I Delije, inoltre, vantano uno dei gemellaggi più solidi di sempre con gli altrettanto calorosi tifosi dell’Olympiakos di Atene, in particolare con i “Gate 7”. Un legame che dura da anni e che è sinonimo di un’unione che va oltre la rivalità calcistica. Come a dire: di amici ne abbiam pochi ma ce li scegliamo noi.

    Un gruppo di tifosi il cui obiettivo unanime è difendere i propri colori contro tutto e tutti, in qualunque modo.

    Come sosteneva Eduard Leon Word, in questa vita bisogna essere un po’ Santi un po’ Eroi. Certo è che con i santi i tifosi della Stella Rossa hanno davvero poco in comune…