Ali Samereh: l’Inzaghi persiano catapultato a Perugia

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    Tra i presidenti di calcio più pazzi ed istrionici di sempre un posto speciale sarà sempre occupato da Luciano Gaucci, storico patron del Perugia venuto a mancare nel mese di Febbraio di questo anno.

    È difficile spiegare chi fosse Luciano Gaucci, personaggio troppo controverso per poter essere liquidato in poche righe, ma uno dei suoi tratti distintivi era quello di dare vita a sessioni di calciomercato di puro culto, con l’obiettivo di portare in Umbria calciatori poco conosciuti e la speranza di farne grandi campioni, ovviamente da rivendere a peso d’oro.

    In alcuni casi gli è andata discretamente bene mentre in altri si è sfiorata, se non addirittura superata, la vera e propria farsa, ad esempio con il protagonista di questa storia.

    Ai più giovani il nome di Ali Samereh dirà poco o nulla ma forse anche a qualcuno con qualche anno in più, dal momento che il giocatore in questione è transitato fugacemente dalla nostra penisola nella stagione 2001-2002, senza lasciare alcun segno tangibile del proprio passaggio.

    La storia del suo approdo in Italia è ammantata da un’aura in cui realtà e leggenda tendono a compenetrarsi, rendendo il tutto ancor più affascinante; quel che è certo è che Ali Samereh, nato in Iran il 23 Novembre 1977, si è messo in evidenza nell’Esteghlal, squadra tra le più prestigiose del campionato iraniano con la quale ha vinto il titolo l’anno precedente al suo arrivo in Italia.

    Sono anni, quelli di inizio millennio, in cui gli scout lavorano già alacremente ma di certi campionati, come appunto quello iraniano, si sa poco o nulla. Ci si affida ai video, perlopiù videocassette, che analogamente a quel che avviene oggi con i video di youtube mostrano un po’ quello che vogliono.

    Poi ci sono gli intermediari, fondamentali oggi come allora, che in questo caso sembrano aver giocato un ruolo decisivo per l’approdo del calciatore a Perugia. Si dice che a sponsorizzare Samareh a Gaucci, in particolare ad Alessandro, figlio di Luciano, sia stato Seyed Mehdi Hashemian, imprenditore con diversi affari nel nostro paese e legato con filo diretto alla famiglia Gaucci.

    Il lavoro di Hashemian in Italia consisteva nel commerciare tappeti persiani e, a quanto pare, tra un tappeto e l’altro ci scappava qualche consiglio di mercato.

    Gaucci, uno a cui piaceva rischiare, si fa tentare da questo attaccante di cui in patria si dice un gran bene e lo porta a Perugia. Ali Samereh arriva nel nostro paese da semi sconosciuto per una cifra intorno al mezzo miliardo di lire e neanche a dirlo è il primo iraniano ad approdare nella nostra massima serie.

    Non sembra comunque scarsissimo, perché oltre ad aver vinto il campionato nell’Esteghlal e aver segnato un discreto numero di reti è anche nel giro della nazionale, che per quanto possa considerarsi minore nel panorama calcistico internazionale rappresenta pur sempre un traguardo di assoluto prestigio.

    Raggiunge la squadra in ritiro in Austria e si mette subito a disposizione di mister Cosmi, il quale lo butta subito in campo nelle prime amichevoli prestagionali. C’è molta curiosità attorno al nome di Ali Samereh: la gente vuol capire se dietro al consueto azzardo di Gaucci ci sia qualche barlume di ragione o se si tratta dell’ennesimo colpo ad effetto, fine a se stesso, senza alcuna logica apparente.

    Le prime uscite stagionali, incredibilmente, sembrano dar ragione alla società in quanto Samereh si mette subito in mostra con alcune prodezze degne di un attaccante di razza.

    In particolare l’amichevole contro la Sambenedettese fa strabuzzare gli occhi un po’ a tutti: l’attaccante iraniano realizza due gol di assoluta bellezza, il primo dopo essersi liberato magistralmente grazie ad un colpo di tacco ed il secondo addirittura in rovesciata.

    Come spesso avviene in questi casi per accrescere l’hype e fomentare i tifosi si va subito alla ricerca di un paragone illustre, e nel caso di Ali Samereh viene scomodato niente di meno che Filippo Inzaghi.

    È lo stesso Serse Cosmi che dopo le prime amichevoli stagionali si sbilancia in tal senso, sottolineando come in alcune occasioni l’attaccante gli ricordi proprio SuperPippo, anche se a suo dire Samereh è molto tecnico e si muove moltissimo per la squadra.

    All’allenatore fa eco Fabio Liverani, all’epoca centrocampista di spicco del Perugia: “Le cose fatte con questo in un’ora non mi erano riuscite in un anno con tanti altri attaccanti”, insomma le premesse per lasciare il segno ci sono tutte, tanto più che gli elogi vengono da addetti ai lavori e non dalla carta stampata.

    Il calcio d’agosto, però, fa prendere tantissimi abbagli e questo è esattamente uno di quelli. Il campionato inizia e Ali Samereh si scioglie come neve al sole. Inizialmente gli viene data qualche possibilità ma le sue prestazioni non sono all’altezza e finisce, con il passare della stagione, nel dimenticatoio.

    Le presenze complessive, a fine anno, saranno solo sei senza alcuna rete all’attivo e a fine anno la sua avventura in Italia finisce. Ciò che non finiscono invece sono gli affari tra la famiglia Gaucci ed il commerciante di tappeti, che riesce nell’impresa di far tesserare a Perugia un altro calciatore iraniano, Rahman Rezaei, che arriva nel mercato invernale della stagione 2001-2002 e riesce a costruirsi una carriera tutto sommato rispettabile.

    Ali Samereh, dopo l’avventura fallimentare di Perugia, torna all’Esteghlal e successivamente vola negli Emirati Arabi, rimanendo nel giro della nazionale fino al 2007.

    Quello che doveva essere l’Inzaghi di Persia, a conti fatti, si è rivelato una meteora fulminea, una delle tante transitate da Perugia in quegli anni, dove la squadra era un perenne cantiere aperto in balìa delle stramberie di un presidente per certi versi irripetibile.