Maicosuel, il mago triste di Udine

    Maicosuel, IL MAGO TRISTE DI UDINE

    Ci sono calciatori destinati a rimanere nell’immaginario collettivo per un solo gesto compiuto nell’arco della carriera, non importa cos’altro abbiano fatto o quanto a lungo abbiano giocato.

    Un gesto che rimarrà per sempre impresso nella mente del calciatore, della tifoseria, di chiunque abbia assistito all’evento. Un gesto che, come nel caso del calciatore protagonista di questa storia, sarebbe stato meglio non fosse mai avvenuto, impossibile da cancellare e senza alcuna possibilità di redenzione.

    Se facciamo il nome di Maicosuel sfidiamo chiunque abbia seguito il calcio in quegli anni, stiamo parlando di epoca piuttosto recente, circa sette anni fa, a non associarlo al famigerato cucchiaio.

    Maicosuel, Iil mago triste di Udine - bidoni - delinquenti del pallone

    Un rigore tirato in maniera scellerata, in bocca al portiere, che poteva contribuire ad una storia qualificazione dell’Udinese in Champions League e ne ha decretato invece l’eliminazione, nel peggiore dei modi.

    Facciamo però un piccolo passo indietro, per inquadrare meglio la vicenda ed il protagonista di questa storia beffarda, terminata nel modo peggiore possibile sportivamente parlando.

    Siamo nell’estate del 2012 e l’Udinese è una realtà solidissima del campionato italiano, avendo appena concluso la stagione con un incredibile terzo posto, alle spalle di Juventus e Milan, regalandosi così la possibilità di affrontare i preliminari per l’accesso alla Champions League.

    È l’Udinese di Francesco Guidolin che può contare su calciatori come Di Natale, Dusan Basta e Mehdi Benatia, solo per citarne alcuni, che ha appena venduto gente del calibro di Handanovic e Asamoah ma ha anche acquistato Allan, allora semisconosciuto ma in grado di ritagliarsi successivamente un ruolo fondamentale nella squadra.

    Non solo Allan, dal Brasile arriva anche Maicosuel, detto “O Mago”. Pozzo sborsa 5 milioni e rotti al Botafogo per portarlo in Italia, dopo l’esperienza negativa in Europa con la maglia dell’Hoffenheim.

    Il nome esotico, e ancor di più il suo soprannome, accendono la curiosità e l’entusiasmo del pubblico friulano che lo vede all’opera per la prima volta nell’andata dei preliminari di Champions League contro lo Sporting Braga (dove gioca un brevissimo scampolo di partita a fine secondo tempo) e all’esordio in campionato contro la Fiorentina.

    Proprio la partita contro la Viola, sebbene persa, fomenta l’illusione del pubblico bianconero, che lo vede realizzare subito una rete, imbeccato da Luis Muriel. Negli occhi del pubblico del Friuli c’è ancora un certo Marcio Amoroso, brasiliano, attaccante funambolico, che proprio come Maicosuel aveva iniziato la carriera in patria nel Guarani, seppur 10 anni prima del Mago.

    L’illusione, però, dura appena 3 giorni perché il 28 Agosto va in scena il fattaccio. Ritorno dei preliminari di Champions, dopo che l’andata era finita 1-1 in terra portoghese: i tempi regolamentari si chiudono ancora in pareggio con una rete per parte, si decide tutto ai calci di rigore.

    Guidolin sceglie come rigoristi Domizzi, Pinzi, Maicosuel, Armero e Di Natale. O Mago è entrato al 27’ del secondo tempo, con Muriel piantato in panchina a guardare, e deve tirare il terzo rigore. Tutti hanno realizzato il rispettivo tiro dagli undici metri quando Maicosuel, spavaldo all’ennesima potenza, si appresta a calciare il suo.

    Rincorsa piuttosto lunga e cucchiaio indecente che Beto blocca senza alcuna difficoltà. Sconforto, disperazione, tragedia. Tutti gli altri protagonisti realizzano i seguenti rigori e l’Udinese è fuori dalla competizione.

    Francesco Guidolin non si da pace e nelle interviste post-partita è quasi in lacrime, addossandosi pienamente la colpa della decisione. A distanza di sette anni, a chi gli chiede se abbia mai superato quell’errore di Maicosuel, risponde in questi termini:

    “Dopo sette anni non riesco ancora a sputarlo fuori. Mi perseguita. Non gli ho chiesto il motivo di quel cucchiaio ma l’errore è stato mio, tra i cinque rigoristi avrei dovuto scegliere chi aveva portato la squadra fino a lì, non l’ultimo arrivato”.

    Dopo quella partita Maicosuel non vedrà il campo per le successive cinque gare, anche se probabilmente la maggior parte dei tifosi non lo avrebbe più voluto vedere, se non in fotografia. In ogni caso nelle altre opportunità che gli verranno concesse in quella stagione e nella successiva, O Mago troverà la via del gol solo altre 2 volte. In totale per lui a Udine saranno 39 presenze e tre misere reti.

    Se ne andrà al termine della stagione 2013-2014 con un enorme peso sulla coscienza e senza mai essere in grado di riprendersi del tutto. Fa ritorno in patria, con una breve scappata negli Emirati nell’annata 2015-2016, e di lui si perdono le tracce.

    Da quel che si legge dovrebbe essere ancora un giocatore del Paranà, squadra del campionato brasiliano di seconda serie, ma le notizie sul suo conto sono piuttosto nebulose e incerte.

    Di Maicosuel, che doveva essere il Mago, soprannome dovuto alle giocate funamboliche messe in mostra in patria, rimarrà quell’unico ricordo indelebile: il rigore a cucchiaio sbagliato in modo scellerato nella partita più importante della storia dell’Udinese.

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