Daniel Maldini, il trequartista del futuro per un nuovo Milan

    Se ti chiami Daniel, il tuo cognome è Maldini e ti ritrovi in campo con una maglia rossonera, non puoi di certo passare inosservato. È il destino che tocca a chi si ritrova a essere il terzo membro della famiglia di calciatori più importante della storia del Milan a fare il suo debutto in prima squadra con il Diavolo.

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    Felicità e orgoglio, questi i sentimenti che avrà provato papà Paolo nel vedere il suo secondogenito presente per la prima volta nella lista degli undici titolari che il 24 luglio a Kansas City sono scesi in campo nella gara di International Champions Cup tra Milan e Bayern Monaco. Gli stessi sentimenti che aveva provato a sua volta suo padre Cesare, il primo della famiglia Maldini a indossare la maglia rossonera nel 1954, quando vide l’esordio del figlio.

    Tre generazioni, uno stesso cognome. È la storia della famiglia Maldini, da sempre legata al Milan. Partendo da Cesare, passando per Paolo e arrivando ora a Daniel, l’ultimo talento sul quale il Diavolo è pronto a scommettere.

    Classe 2001, Daniel Maldini è un trequartista che sa immaginare cosa accadrà in campo prima dei compagni. Abile tecnicamente e con una grande visione di gioco, all’occorrenza può svariare su tutto il fronte d’attacco, sapendo ricoprire anche il ruolo di seconda punta o di esterno.

    Una duttilità che ricorda quella mostrata nel corso di tutta la sua carriera dal padre Paolo, leggenda rossonera sia come terzino sinistro che come centrale. La differenza è che Daniel si trova a sviluppare il gioco dalla parte opposta del campo, essendo lui il primo membro della famiglia ad avere caratteristiche veramente offensive (anche suo fratello maggiore Christian è infatti un difensore centrale), come descritto da Paolo Maldini in un’intervista a DAZN.

    E i geni buoni a ‘Malda’, come lo chiamano i compagni, di certo non mancano, dato che fin sa bambino ha dimostrato di essere a suo agio con un pallone tra i piedi, tanto da convincere il Milan a farlo crescere nelle proprie giovanili nonostante le continue pressioni dettate dalla presenza di un cognome molto pesante per essere portato con naturalezza sulla schiena.

    Daniel Maldini GFX ita

    Pressioni alle quali il più piccolo di casa Maldini ha però sempre risposto con le prestazioni, mettendo a tacere anche chi lo ha spesso indicato impropriamente come un raccomandato. Ama destreggiarsi nello stretto, giocare in verticale e colpire da calcio piazzato. Le punizioni sono infatti un suo marchio di fabbrica. Può migliorare invece ancora molto nel gioco aereo.

    Un profilo che lui stesso ha dipinto dopo essere stato convocato dalla Nazionale italiana Under 18, chiamato dal CT Daniele Franceschini per l’amichevole contro l’Olanda del 22 marzo scorso.

    Forte di carattere e con le idee chiare. Daniel sa quali sono i suoi obiettivi e anno dopo anno sta lavorando per raggiungerli. Lo ha fatto nelle giovanili del Milan, dove ogni stagione ha dimostrato di essere uno dei migliori talenti rossoneri.

    Con l’Under 17 ha segnato 13 goal in 28 partite, accompagnando i compagni fino ai quarti di finale del campionato di categoria, dovendo poi piegarsi alla Roma in un doppio confronto. Si è ripetuto lo scorso anno nella Primavera del Milan, dove ha collezionato 10 reti e un assist in 26 gare, mettendo a referto anche una doppietta in un match del prestigioso Torneo di Viareggio.

    Prestazioni convincenti che hanno spinto Marco Giampaolo a portarlo nella tournée estiva del Diavolo negli USA, dove il giovane Daniel ha potuto fare il suo debutto in prima squadra.

    Il nuovo tecnico del Milan non ha infatti avuto alcuna paura nell’utilizzarlo in quel delicato ruolo di trequartista per lui così fondamentale nel suo schema tattico, dandogli la possibilità di giocare alle spalle di Castillejo e Piatek al posto di Suso.

    Una dimostrazione di fiducia alla quale Daniel ha risposto con un’ottima prestazione contro il Bayern Monaco, sfiorando addirittura il goal all’esordio tra i grandi.

    Goal che avrebbe potuto trovare poi nell’ultimo match di International Champions Cup perso dal Milan contro il Manchester United ai calci di rigore, quando dagli undici metri è stato proprio lui a sbagliare il penalty decisivo.

    Questo il commento di Giampaolo nel post-gara, convinto che un errore come quello contro i Red Devils non possa fare altro che aiutare il ragazzo nella sua crescita.

    Ora l’obiettivo è quello di convincere il tecnico rossonero a regalargli qualche presenza anche nel corso della stagione che sta per iniziare, con il 17enne Maldini che non vede l’ora di fare il suo debutto in Serie A, continuando nel frattempo la propria formazione nella Primavera.

    Un passo alla volta sulla strada verso l’Italia di Roberto Mancini, unica Nazionale per la quale Daniel ha deciso di giocare, nonostante un doppio passaporto che gli permetterebbe di scegliere anche la maglia del Venezuela (sua madre, Adriana Fossa, è infatti un’ex modella nativa del paese sudamericano). Niente da fare per la Vinotinto, nella testa di Daniel Maldini ci sono solo tre colori: il rosso, il nero e l’azzurro.