Scarpa d’Oro, Immobile in testa: raggiunto Lewandowski, vincerà almeno un ‘italiano’

    Vista la caterva di reti segnate nel pre-lockdown, sembrava veramente difficile vedere Ciro Immobile fuori dalla lotta per la Scarpa d’Oro al ritorno in campo. Superato da Lewandowski, micidiale a inizio estate, l’attaccante della Lazio è riuscito a riprendere il rivale, raggiugendolo in testa: è il miglior marcatore d’Europa. Con due gare ancora da giocare.

    Tutto lascia presagire che sarà Immobile a sollevare al cielo la Scarpa d’Oro come miglior cannoniere del vecchio continente, visti i 180 minuti ancora da disputare. In ogni caso, grazie alla tripletta contro il Verona, il bomber di Inzaghi permette alla Serie A di raggiungere il trofeo, tredici anni dopo il trionfo di Totti e quattordici dopo quello di Toni.

    Sì, perchè comunque vadano le ultime gare di campionato, ci sarà almeno un giocatore di Serie A a vincere la Scarpa d’Oro, visto che il trofeo può essere anche convidiso, come capitato del resto a Suarez e Cristiano Ronaldo nel 2014. A proposito del lusitano, può essere l’unico che può strappare il titolo a Immobile, in caso di più reti del rivale negli ultimi tre incontri della Juventus.

    Lewandowski guarderà con sommo interesse le ultime gare di Serie A, sperando che Immobile non riesce a segnare nelle ultime due gare, così da vincere il titolo insieme a lui. Possibile anche un trionfo a tre, in caso di 34 reti anche per Cristiano Ronaldo.

    Tutto da scrivere, ma intanto Immobile, oltre all’obiettivo Scarpa d’Oro, è in pole anche per la classifica marcatori e il record di Higuain, massimo cannoniere in una sola stagione di Serie A: 36 reti per l’argentino, 34 per l’ex Torino, che con 133 reti nella massima serie ha raggiunto Pruzzo al 37esimo posto dei cannonieri di tutti i tempi.

    Se Cristiano Ronaldo non raggiungerà, condividendo il premio, o supererà l’attuale leader della classifica marcatori, Immobile sarà il terzo giocatore italiano dopo Totti e Toni a vincere la Scarpa d’Oro. Non potrà però combattere per il Pallone d’Oro, in virtù della cancellazione dell’edizione 2020: un peccato.