Camerun – Argentina, la vittoria più bella dei Leoni indomabili

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    I Mondiali sono probabilmente la competizione più affascinante a livello calcistico, l’unica in grado di catalizzare l’interesse di interi paesi quando le rispettive nazionali scendono in campo.

    Per noi italiani il Mondiale di Italia ’90 rappresenterà sempre qualcosa di unico, almeno fino a quando non avremo nuovamente la possibilità di ospitare la rassegna, e chissà se e quando ciò potrà accadere.

    Nel Mondiale delle Notti Magiche gli Azzurri, guidati in panchina da Azeglio Vicini, si devono accontentare del terzo posto ma oggi vogliamo raccontarvi un’altra storia, ovvero quella della partita inaugurale che vide di fronte Argentina e Camerun nella storica e suggestiva cornice dello stadio Giuseppe Meazza di Milano.

    La partita inaugurale di ogni Mondiale ha sempre un sapore particolare, un suo fascino caratteristico che spesso la rende una gara capace di sfuggire a qualsiasi pronostico, quasi fosse un derby cittadino di club.

    L’8 Giugno 1990 alle ore 18 a San Siro c’è una favorita d’obbligo, ovvero l’Argentina di Diego Armando Maradona: la squadra vincitrice dell’ultima edizione dei Mondiali e con il giocatore unanimemente considerato il più forte al mondo.

    Dall’altra parte ci sono i Leoni Indomabili del Camerun, allenati da Valeriy Nepomnyashchiy, il cui giocatore e uomo simbolo è il leggendario Roger Milla che, nonostante i 38 anni di età, sarà protagonista assoluto della rassegna, soprattutto nelle gare a venire.

    Non è la prima partecipazione ai Mondiali per il Camerun, che già aveva presenziato all’edizione dell’82 finendo, tra l’altro, nello stesso girone dell’Italia. In quell’occasione i Leoni Indomabili erano stati eliminati nella fase a gironi, pur senza mai conoscere sconfitta, per via di una peggiore differenza reti rispetto all’Italia, con gli Azzurri che poi hanno continuato il proprio cammino fino a sollevare la Coppa del Mondo.

    Nel mondiale italiano la squadra africana viene sorteggiata nello stesso girone di Argentina, Romania ed URSS. La rosa che arriva in Italia comprende solo 4 giocatori che già avevano preso parte al Mondiale di Spagna: oltre al già citato Milla troviamo il portiere Thomas N’Kono, il difensore Kundé e l’altro portiere Joseph-Antoin Bell.

    Il resto della compagine è composto da una serie di giocatori molto giovani e perlopiù sconosciuti al grande calcio ma con un grandissimo orgoglio e la ferma volontà di mettersi in mostra nel più importante palcoscenico a livello mondiale, dinanzi al cospetto di grandissimi campioni.

    L’Albiceleste è allenata dal tecnico Carlos Bilardo e nella propria rosa include diversi giocatori che conosciamo bene, in quanto protagonisti nel nostro massimo campionato. Accanto a Diego Armando Maradona ci sono, tra gli altri, Nestor Sensini e Abel Balbo, all’epoca entrambi dell’Udinese e Claudio Caniggia, in forza all’Atalanta, che però nella partita inaugurale si accomoda inizialmente in panchina. Altro giocatore di primissimo livello è Jorge Burruchaga, il cui gol decisivo aveva permesso all’Argentina di vincere la Coppa del Mondo quattro anni prima.

    A San Siro ci sono poco meno di 75.000 spettatori quando il fischietto francese Michel Vautrot da il via alle ostilità.

    Fin dal calcio di inizio si capisce che per gli argentini non sarà una passeggiata, in quanto i Leoni Indomabili, tenendo fede al loro nome, sono intenzionati a vendere carissima la pelle.

    La sfida è agonisticamente molto accesa, con i giocatori del Camerun che spesso sono costretti a ricorrere alle maniere forti per fermare gli avversari con cui altrimenti, sul piano tecnico, non ci sarebbe partita. Inizia Viktor N’Dip, che già al minuto 23 potrebbe tranquillamente finire sotto la doccia a causa di un calcio volante altezza collo ai danni del Pibe de Oro. L’arbitro però lo grazia ed estrae solo il cartellino giallo.

    La partita c’è eccome, anche grazie al portiere N’Kono, non a caso considerato il più forte portiere africano di sempre, che si prodiga in alcuni interventi decisivi.

    Al minuto 61 sembra esserci l’episodio cruciale quando il Camerun rimane in dieci uomini per via dell’espulsione comminata ad André Kana-Biyik, che per fermare una ripartenza pericolosa stende un avversario con un intervento da dietro.

    Ecco che invece, come spesso accade nel calcio, succede l’imponderabile: a passare in vantaggio, dopo appena 5 minuti dall’inferiorità numerica, sono i Leoni Indomabili.

    Un calcio di punizione battuto dall’out di sinistra viene prolungato in mezzo all’area dove Oman-Biyik è pronto a prendere l’ascensore e salire in cielo. L’impatto con il pallone è perfetto ma non molto angolato e l’estremo difensore argentino, Nery Pumpido, interviene in maniera goffa accompagnando di fatto il pallone in fondo al sacco. Il Camerun passa in vantaggio tra l’incredulità e la gioia irrefrenabile dei propri tifosi e di quelli neutrali che già hanno decretato la loro squadra simpatia.

    Passano i minuti ed il risultato regge: i Leoni del Camerun difendono con le unghie e con i denti il vantaggio risicato e, quando mancano due minuti al novantesimo, compiono il secondo sacrificio.

    Ad immolarsi questa volta è Benjamin Missing, che stende senza pietà Caniggia, il quale aveva seminato mezza squadra avversaria e si stava involando verso la porta. Secondo cartellino rosso e Camerun in 9 uomini.

    Manca però pochissimo al triplice fischio, al compimento di un’impresa che sarebbe senza mezzi termini storica.

    I Leoni Indomabili resistono ed il direttore di gara fischia la fine: il Camerun vince all’esordio di Italia ’90 contro i campioni del Mondo in carica, la panchina corre in campo e sugli spalti si scatenano le danze.

    Questo è solo il meraviglioso inizio di una storia che prosegue romanticamente sospinta dalle gesta di un Roger Milla quasi eroico, in grado di prendersi un intero paese sulle spalle e trascinarlo fino ai quarti di finale, risultato prima di allora mai raggiunto da una squadra africana. Il sogno si interrompe sul più bello contro l’Inghilterra al termine di una partita incerta e combattutissima ma certi ricordi, tra cui il successo all’esordio contro i Campioni del Mondo in carica, non si possono cancellare.