2 maggio 2007, Milan-Manchester United 3-0

    2 maggio 2007, Milan-Manchester United 3-0

    Ci sono partite che non hanno bisogno di troppe parole, troppe spiegazioni, troppe interpretazioni. Sono partite in cui ogni piccolo meccanismo si incastra alla perfezione, in cui le idee dell’allenatore studiate su carta diventano realtà sul prato verde.

    Sono partite che entrano nell’immaginario collettivo, partite che i tifosi sognano per una vita intera. Sono partite semplicemente perfette.

    Come Milan-Manchester del 2 maggio 2007 a San Siro, la Scala del Calcio: la partita che mandò il Milan a giocarsi la finale ad Atene, la semifinale che garantì al Milan la rivincita contro il Liverpool.

    Nei quarti di finale il Manchester United ha eliminato la Roma, con il famoso 7-1 rifilato ai giallorossi a Old Traford; il Milan ha sofferto agli ottavi di finale, eliminando il Celtic solo dopo i supplementari, e poi si è liberato del Bayern Monaco nei quarti di finale.

    La semifinale di andata si gioca il 24 aprile 2007 in Inghilterra. La partita è bellissima, accesa e combattuta. Lo United passa in vantaggio con Cristiano Ronaldo, ma nel giro di un quarto d’ora un inarrestabile Kakà firma una doppietta da leggenda. Nella ripresa, però, Rooney prima pareggia e poi, al 91′, trova il gol del 3-2 che punisce in maniera forse eccessiva il Milan di Ancelotti.

    I rossoneri avrebbero meritato un pareggio che avrebbe facilitato il compito per la sfida di ritorno, mentre ora i Red Devils potranno anche puntare al pareggio a San Siro. Ma, già quando le squadre scendono in campo per i secondi 90 minuti della sfida, si capisce subito che le cose andranno in una sola direzione.

    2 maggio 2007, Milan-Manchester United 3-0

    Il Milan scende in campo come se quella partita fosse una questione di vita o di morte. Il Manchester United si vede arrivare addosso tutta la furia di una squadra intenzionata a regalare al suo pubblico una serata indimenticabile. Mentre i rossoneri spingono come ossessi, dall’altra parte del campo c’è Rino Gattuso che non molla un attimo Cristiano Ronaldo; insieme a Oddo si incolla al portoghese con la sola missione di tenerlo lontano dalla porta di Dida.

    Dopo aver spaventato van der Sar più di qualche volta, all’undicesimo minuto il Milan va in vantaggio: lancio di Nesta, sponda di testa geniale di Seedorf e conclusione perfetta di Kakà con un rasoterra che beffa il portiere olandese. Il Milan, con l’1-0, sarebbe qualificato, ma adesso Ancelotti non vuole commettere l’errore di rilassarsi e ordina ai suoi di continuare a spingere.

    Nel frattempo, su San Siro si abbatte un vero e proprio nubifragio, per rendere ancora più epica l’atmosfera. E alla mezz’ora il Mlan trova anche il meritatissimo raddoppio. Il Manchester United si inguaia da solo, nel tentativo di uscire con i difensori, Vidic scivola e regala il pallone a Pirlo, che lo mette in mezzo. Il pallone viene allontanato, ma finisce nei piedi di Clarence Seedorf: l’olandese vince un paio di contrasti di pura prepotenza fisica e lascia partire un missile che infila van der Sar.

    30 minuti, 2-0 Milan. Per la truppa di Alex Ferguson le cose si fanno complicate, soprattutto perché l’impressione è che questo Milan sia una vera e propria macchina da guerra.

    Nella ripresa il copione non cambia. Kakà è ispiratissimo, e come spesso gli capita in quegli anni, si porta dietro gli avversari come fossero moscerini. Il brasiliano accelera, scappa, fugge via, e nessuno riesce a fermarlo. Lo United dovrebbe reagire, ma è troppo impegnato a cercare di limitare quell’iradiddio.

    E così, mentre i Red Devils si sbilanciano senza mai essere pericolosi, il Milan chiude definitivamente la contesa. Gilardino si invola in contropiede, mette il turbo e si presenta a tu per tu con van der Sar. Lo batte senza nemmeno pensare, lo spiazza e corre a festeggiare, perché adesso nessuno potrà più togliere al Milan la qualificazione per la finale di Atene.

    Qualche settimana dopo i rossoneri si toglieranno la soddisfazione di sollevare al cielo la Coppa e di prendersi la rivincita sul Liverpool. Ma quella notte a San Siro, forse, quella partita perfetta, è una soddisfazione ancora più grande.