Gordon Banks: l’uomo che fermò Pelé

    Gordon Banks: l’uomo che fermò Pelé

    È considerato dall’IFFHS il miglior portiere inglese di tutti i tempi, nonché uno dei più forti di sempre a livello mondiale.

    È stato uno degli artefici principali dell’unico titolo di campione del mondo portato a casa dall’Inghilterra nel 1966.

    Con 721 minuti consecutivi senza subire gol, detiene inoltre la striscia di imbattibilità più lunga nella storia della nazionale dei tre leoni. 

    Tutto questo senza aver mai giocato per un grande club (nella sua carriera ha vestito le maglie di Chesterfield, Leicester e Stoke City, prima di ritirarsi nel 1972) e con una struttura fisica non proprio perfetta per fare il portiere.

    Con i suoi 183 cm di altezza per 84 kg di peso, poco aveva del fisico longilineo che si richiede ad un estremo difensore.

    Ma Gordon Banks non lo sapeva e volava lo stesso, a prendere l’impossibile.

    Agilissimo nonostante la stazza, formidabile nel colpo di reni, aveva intuizione e senso della posizione, oltre che una grande personalità che ne faceva il leader del reparto difensivo ma anche di tutta la squadra. 

    Fu uno dei grandi protagonisti dello storico mondiale vinto in casa nel 1966, rimasto ancora l’unico alloro inglese. Subì solo tre reti durante tutto l’arco della fase finale, due dei quali nella finale vinta dagli uomini del C.T. Alf Ramsey per 4-2 contro la Germania Ovest.

    Ma è un suo intervento durante i campionati mondiali del 1970 che lo ha reso immortale: ancora oggi è ritenuta da molti la più grande parata della storia del calcio.

    Gordon Banks: l’uomo che fermò Pelé

    La parata del secolo

    7 giugno 1970, Guadalajara, Estadio Jalisco, quarti di finale di Coppa del mondo.

    Da un lato gli inglesi campioni del mondo in carica guidati da Bobby Charlton e Bobby Moore. Dall’altro i grandi favoriti, come sempre in quegli anni, il Brasile di Jairzinho, Carlos Alberto, Rivelino e naturalmente Pelé.

    È mezzogiorno in Messico, fa un caldo tremendo e la partita stenta a decollare nei primi minuti.

    Poi Pelé decide di fare il Pelé ed estrae dal suo cilindro la solita giocata da alieno.

    È il quindicesimo minuto: il terzino destro verdeoro Brito passa la palla lungo linea a Jairzinho che, con una accelerazione delle sue, supera un avversario mettendo un soffice cross in mezzo all’area, quasi all’altezza del dischetto del rigore.

    O rei si alza in cielo come solo lui poteva fare in quegli anni e colpisce in maniera perfetta la palla che sembra praticamente un gol certo, indirizzata con forza all’angolo destro della porta.

    Ed è qui che Banks decise di riscrivere le leggi della fisica.

    Nonostante fosse piazzato sul palo più lontano infatti, il numero uno inglese riuscì a volare dall’altra parte della porta e a colpire il pallone mandandolo verso l’alto, sopra la traversa. Una parata impressionante, che lasciò di stucco gli oltre settantamila tifosi presenti allo stadio e lo stesso Pelé, il quale non poté far altro che complimentarsi con lui.

    Ancora oggi non credo a quella parata” dirà Pelé.

    Per molte persone, il ricordo di Gordon Banks è dato da quel salvataggio che ha fatto contro di me nel 1970. E capisco il perché. Quella parata è stata uno delle migliori che abbia mai visto. Quando sei un calciatore, sai subito come hai colpito la palla. Io, in quella partita, l’avevo fatto esattamente come speravo. Esattamente dove volevo che andasse la palla. Ero già pronto per festeggiare. Ma poi quest’uomo, Banks, è apparso ai miei occhi, come una specie di fantasma blu. È venuto dal nulla e ha fatto qualcosa che non ritenevo possibile. È riuscito a deviare in qualche modo quel mio colpo di testa. Non potevo credere a quello che avevo visto. Anche adesso, quando riguardo le immagini, non posso crederci. Non posso credere a come sia riuscito a buttarsi così lontano, così in fretta…
    Ho vinto molto e segnato tanti gol nella mia vita, ma molte persone, quando mi incontrano, mi chiedono sempre di quella parata. È probabilmente la parata più incredibile di sempre.”.

    La partita finirà 1-0 per il Brasile (gol di Jairzinho), ma il risultato finale non comprometterà la qualificazione ai quarti dell’Inghilterra, regalando così al mondo la parata del secolo.

    Banks of England, come lo chiamavano ormai in tutto il mondo, dopo il ‘miracolo di Guadalajara’ dovette però fermarsi per un problema fisico e non poté giocare i quarti di finale contro la Germania Ovest. Al suo posto il suo secondo Peter Bonetti: ma non era la stessa cosa per qualità, forza, carisma che avere Gordon.

    L’Inghilterra verrà eliminata dai tedeschi (che si vendicheranno così della finale di quattro anni prima) e Gordon giocherà poi soltanto altre dodici partite con la sua nazionale, per via di un terribile incidente.

    Il grave incidente

    Il 1 ottobre 1972, mentre tornava in auto a casa da una seduta con il fisioterapista, si scontrò frontalmente con un’altra macchina. Il riscontro medico fu terribile: perdita della vista dell’occhio destro.

    Lo costrinsero a smettere, offrendogli come contentino di lavorare per le giovanili dello Stoke City: lui accettò, non poteva più parare in quelle condizioni.

    Ma dopo qualche tempo, non potendo più farne a meno, tornò incredibilmente in campo: riprese negli Stati Uniti, giocando più stagioni, pur cieco da un occhio, prima con i New York Cosmos, poi con il Fort Lauderdale, fortificando ancor di più la sua leggenda.

    La sua è una di quelle storie di un calcio sì lontano, ma meravigliosamente romantico.

    Ci ha lasciati a 81 anni lo scorso 19 febbraio 2019 dopo una lunga battaglia contro il cancro, e in molti, anche chi non lo ha mai visto giocare, lo hanno omaggiato per ciò che è stato per il calcio inglese e mondiale e per ciò che ha rappresentato nel ruolo di portiere.

    Anche perché, quell’indimenticabile e formidabile parata, gli è valsa la gloria eterna.