Le 5 delusioni più grosse della storia della nazionale italiana

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    Nel corso della storia abbiamo assistito a diverse delusioni per quel che riguarda le spedizioni degli Azzurri durante i Mondiali o gli Europei.

    Oggi ci vogliamo concentrare soprattutto su quelle partite che hanno lasciato cicatrici insanabili nella nostra memoria calcistica, sconfitte arrivate sul filo di lana quando l’obiettivo sembrava alla nostra portata e la rosa degli Azzurri più che competitiva.

    Nel corso degli anni queste delusioni sono state analizzate più e più volte e le responsabilità ripartite in percentuali diverse, tra allenatori, giocatori e direttori di gara non sempre impeccabili.

    Oggi abbiamo provato ad indicare le 5 partite che non siamo mai riusciti del tutto a metabolizzare, quelle che anche riviste a distanza di anni fanno ancora tremendamente male.

    ITALIA-ARGENTINA,  MONDIALI 1990

    Quando i Mondiali si giocano in casa, inutile dirlo, le aspettative sono sempre alle stelle, in particolare se la Nazione ospitante ha anche una delle squadre favorite alla vittoria finale.

    Gli Azzurri di Azeglio Vicini sono indubbiamente tra le compagini più accreditate per sollevare la Coppa del Mondo insieme, tra le altre, all’Argentina di Diego Armando Maradona.

    Le Notti Magiche sembrano perfette, cullate dai gol di Schillaci e da un’euforia che pervade tutto l’ambiente, fino a quel fatidico 3 luglio, giorno della semifinale tra Italia e Argentina.

    Passiamo in vantaggio con il solito Totò Schillaci ma al minuto 68 veniamo raggiunti dalla rete di Caniggia, un altro che insieme a Maradona conosciamo molto bene in quanto milita nel nostro campionato.

    Il San Paolo di Napoli è il teatro della tragedia che sta per consumarsi: si arriva fino ai calci di rigore dove Donadoni e Serena falliscono l’appuntamento dagli 11 metri e regalano all’Albiceleste l’accesso alla finale, poi vinta dalla Germania Ovest.

    ITALIA-BRASILE, MONDIALI 1994

    La finale torrida di Pasadena, e chi se la scorda. Arriviamo all’atto finale contro il Brasile dopo aver sudato le proverbiali sette camicie nel girone, qualificati come miglior terza, poi eliminiamo in successione Nigeria, Spagna e Bulgaria.

    Roberto Baggio parte in sordina, così come tutta la Nazionale: nella fase a gironi delude ed è in aperta polemica con il commissario tecnico Arrigo Sacchi, reo di averlo sostituito contro la Norvegia, poi si prende il palcoscenico ed assurge a ruolo di vero e proprio trascinatore, fino al capolavoro supremo contro la Bulgaria in semifinale. Il Divin Codino realizza la doppietta che ci manda in finale ma è costretto ad uscire nella ripresa per un guaio muscolare che comunque non gli impedirà di giocare l’atto finale.

    Il clima infernale di Pasadena, sia in senso meteorologico che figurato, non aiuta e la sfida si trascina fino ai calci di rigore, ancora una volta. Dal dischetto sbaglia subito Franco Baresi ma Pagliuca ci mette una pezza su Marcio Santos. Per noi segnano Albertini ed Evani ma Massaro fallisce nuovamente la trasformazione. Dall’altra parte Romario, Branco e Dunga non sbagliano. Il pallone più pesante lo prende in mano Roberto Baggio: un intero stadio e due paesi sono con il fiato sospeso.

    La palla finisce sopra la traversa. La testa bassa e le mani a coprirsi il volto di Roberto Baggio certificano la dolorosissima sconfitta.

    ITALIA-FRANCIA, MONDIALI 1998

    Dopo i Mondiali di Italia ’90 e quelli di Usa ‘94 come poteva finire la nostra avventura nella Coppa del Mondo di Francia ’98? Ovviamente ai calci di rigore, questa volta nei quarti di finale contro i padroni di casa.

    In Francia gli Azzurri guidati da Cesare Maldini vincono il proprio girone che comprende Cile, Austria e Camerun.

    Negli ottavi di finale superiamo di misura la Norvegia, grazie ad un gol di Bobo Vieri, mentre nei quarti di finale il tabellone ci mette di fronte un avversario terribile, la Francia.

    La partita è poco spettacolare, il nostro commissario tecnico si concentra principalmente sulla fase difensiva cercando in ogni modo di impedire alle fonti di gioco avversarie, in particolare Zidane e Djorkaeff, di entrare in partita mentre la fase offensiva è demandata alle invenzioni dei singoli.

    Del Piero è poco ispirato, come in tutto il Mondiale, e al 67’ lascia il posto a Baggio che nel secondo tempo supplementare avrebbe anche il pallone buono per spedirci in semifinale, grazie alla regola del Golden Gol. Peccato che la sfera termini a lato di pochi centimetri.

    Si arriva alla lotteria dei rigori e, come accaduto nelle due precedenti edizioni dei Mondiali, ad estrarre i numeri fortunati sono sempre i nostri avversari. Questa volta Baggio realizza il primo rigore ma a fallire la realizzazione sono Albertini e Di Biagio, con quest’ultimo che spedisce un siluro sulla traversa decretando la definitiva eliminazione.

    ITALIA-FRANCIA,  EUROPEI 2000

    Due anni dopo i Mondiali in Francia sono in programma gli Europei di Belgio e Paesi Bassi, una rassegna che ci vede ancora una volta protagonisti.

    Gli Azzurri sono allenati da Dino Zoff e della rosa fanno parte diversi campioni come Cannavaro, Nesta, Maldini, Zambrotta, Del Piero, Totti e Inzaghi ma alla fine la prestazione leggendaria che passa alla storia è quella di Francesco Toldo contro l’Olanda in semifinale. Il portierone azzurro è un muro, una saracinesca inviolabile. Con l’Italia costretta in 10 uomini sin dal primo tempo per l’espulsione di Zambrotta, respinge qualsiasi cosa gli venga scaraventato addosso. Nei tempi regolamentari para un rigore a De Boer, mentre l’altro concesso dal direttore di gara e battuto da Kluivert si stampa sul palo. Nella lotteria finale respinge nuovamente il tiro di De Boer e quello di Bosvelt, regalandoci l’accesso in finale.

    L’ultimo atto, nuovamente contro la Francia come due anni prima, è un’altra delusione tremenda. Passiamo in vantaggio con Delvecchio ma veniamo raggiunti, proprio al 90’ quando ormai sembrava fatta, da Wiltord.  A mettere i chiodi sulla nostra bara invece ci ha pensato nel primo tempo supplementare David Trezeguet, servito in area da Pires. Il Golden Gol ci condanna all’immediata sconfitta, senza possibilità di appello.

    ITALIA-COREA DEL SUD, MONDIALI 2002

    Il Mondiale di Corea del Sud e Giappone, svoltosi nel 2002, per tutti gli italiani sarà sempre quello delle nefandezze di Byron Moreno, l’arbitro ecuadoriano designato per dirigere l’ottavo di finale degli Azzurri contro i padroni di casa della Corea del Sud.

    Prima di arrivare al fattaccio facciamo un breve excursus della nostra spedizione: l’Italia è allenata da Giovanni Trapattoni e la rosa sulla carta è di tutto rispetto, considerata da più parti come una delle papabili per la vittoria finale. Difesa e attacco sono stellari, mentre il centrocampo è il reparto che sembra il meno attrezzato, nonostante giocatori di comprovata esperienza e notevole carisma.

    Superiamo il girone G, non senza difficoltà, con 4 punti dietro al Messico e l’ottavo di finale ci riserva la Corea del Sud, squadra non certo irreprensibile a livello tecnico.

    Gli Azzurri però devono fare a meno di Nesta e Cannavaro, il primo fuori per infortunio il secondo squalificato, e le cose si mettono male fin dall’inizio, complice una direzione di gara alquanto discutibile. Già al quarto minuto l’arbitro Moreno concede un rigore ai padroni di casa, che fortunatamente Ahn si fa parare da Gigi Buffon. Al 18° passiamo in vantaggio con Vieri ed il più sembra fatto, ci si aspetta la capitolazione degli avversari che invece non avviene. In qualche modo, complice un gioco sporco tollerato dal direttore di gara, i coreani reggono e quando mancano due minuti alla fine trovano il gol del pareggio con Seol Ki-hyeon.

    Si va ai tempi supplementari dove lo show raccapricciante di Moreno prosegue: prima espelle Francesco Totti reo di aver simulato in area di rigore e poi annulla una rete a Tommasi per posizione di fuorigioco.

    Quando tutto sembra avviato ai calci di rigore arriva la doccia gelata, il colpo di testa di Ahn che ci estromette dalla competizione. Lo stesso Ahn, in forza al Perugia, verrà ceduto dal presidente Gaucci mentre sul direttore Moreno usciranno notizie parecchio inquietanti negli anni a venire, la più incredibile nel 2010, quando viene arrestato per traffico di droga.

    Una delusione per l’Italia molto forte, frutto sì di fattori esterni ma anche di nostri errori evidenti, per i quali non possiamo addossare ad altri le palesi responsabilità.