Dominic Adiyiah: storia di un sogno infranto

    adiyiah
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    Una delle cose più divertenti da fare per gli appassionati di calcio, per passare un po’ il tempo, è andarsi a riguardare le classifica che ogni anno Don Balón stilava riguardo ai giovani calciatori.

    Per i pochi che non lo sapessero Don Balón è una rivista sportiva spagnola, in passato presente anche in forma cartacea attualmente consultabile solo online, che tratta vari argomenti principalmente a tema calcistico.

    Andando a rivedere la classifica stilata nel 2009, relativa ai migliori calciatori nati dopo il 1989, ci siamo imbattuti in vere e proprie perle: accanto a giocatori che successivamente si sono poi effettivamente affermati, come Bale, Coutinho, De Gea e Pjanic, solo per citarne alcuni, ce ne sono altri di cui si sono perse le tracce, a partire dal primo della lista, in rigoroso ordine alfabetico, Dominic Adiyiah.

    Eppure Don Balon aveva più che validi motivi per inserire il calciatore ghanese in questa lista, dal momento che proprio nel 2009, con la Nazionale under 20, Adiyiah si è messo in luce nel Mondiale di categoria disputato in Egitto, dove la sua squadra si è imposta trionfando ai danni del più blasonato Brasile.

    A fine torneo l’attaccante ghanese viene eletto capocannoniere, in virtù delle 8 reti realizzate in 7 incontri, nonché miglior giocatore della competizione.

    Date queste premesse è inevitabile che su di lui si riversi l’attenzione dei grandi club europei, agevolati dal fatto che proprietaria del suo cartellino è un’anonima squadra norvegese, il Fredrikstad.

    A spuntarla tra le varie pretendenti è, un po’ a sorpresa, il Milan, che si assicura il giocatore già nella sessione estiva ma che lo porta a Milano solamente nel mese di Gennaio, dove oltre al ghanese approda in rossonero anche David Beckham. È il Milan della gestione Leonardo, che in attacco può contare su Ronaldinho, Pato, Inzaghi, Borriello e Huntelaar ma, nonostante ciò, l’arrivo di Adiyiah è accolto da un certo entusiasmo, soprattutto dall’amministratore delegato Adriano Galliani, vero artefice dell’operazione costata circa 1.5 milioni di Euro.

    Galliani è certo di aver portato a Milano un giocatore dal sicuro avvenire e di aver messo a segno un colpo in prospettiva futura di assoluto prestigio ma, purtroppo per lui, le cose andranno diversamente.

    Adiyiah nel Milan non trova mai spazio e non scende in campo nemmeno un minuto ed inoltre arriva un altro episodio, con la maglia della Nazionale, nei Mondiali in Sudafrica del 2010, destinato a segnare per sempre la sua carriera.

    Il Ghana è riuscito incredibilmente ad arrivare fino ai quarti di finale dove si trova ad affrontare l’Uruguay di Suarez e soci. La partita è equilibratissima tant’è che le due squadre arrivano in parità, con una rete per parte, ai minuti finali dei tempi supplementari, quando si consuma un vero e proprio dramma.

    Adiyiah, subentrato a fine secondo tempo, ha sul piede il pallone della storica qualificazione in semifinale ma si fa respingere il tiro da Suarez che istintivamente usa il braccio per evitare la capitolazione e compie, forse senza rendersene pienamente conto, la giocata più importante della partita. Il rigore assegnato dal direttore di gara viene sbagliato da Gyan e la partita viene decisa dagli 11 metri, con la crudele lotteria dei rigori.

    I primi tiri dal dischetto vengono tutti realizzati, il primo a sbagliare per il Ghana è Mensah ma l’errore viene immediatamente compensato da quello di Pereira della Celeste che spedisce il pallone alto. Tocca di nuovo al Ghana e a prendere il pallone è proprio Adiyiah, che forse ha ancora negli occhi il tiro parato da Suarez al termine dei supplementari. Muslera lo ipnotizza ed il loco Abreu fa il resto, spedendo l’Uruguay in semifinale.

    È un colpo duro, anzi durissimo, per la nazionale e per il giocatore, al quale non si può certo imputare l’intero peso della sconfitta ma che indubbiamente ha sentito più di altri la responsabilità dell’eliminazione, ad un passo dalla gloria.

    Torniamo ora in Italia, dove avevamo lasciato Adiyiah al Milan senza alcuno spazio a disposizione; la società decide di mandarlo in prestito alla Reggina, in Serie B, e a fine ottobre arriva il suo primo gol in amaranto, in occasione della partita di Coppa Italia contro il Frosinone. In campionato però non si ripete e per trovare un suo gol bisogna aspettare il mese di Dicembre, quando la sua marcatura decide la sfida contro il Grosseto. Purtroppo per lui quello rimarrà anche l’unico gol in campionato della fallimentare avventura italiana, in quanto nel mercato invernale viene mandato in prestito al Partizan Belgrado.

    Anche in Serbia trova pochissimo spazio e le cose non vanno diversamente in Turchia, dove approda nella stagione 2011-2012, al termine della quale il Milan riesce finalmente a liberarsi del suo cartellino.

    Viene acquistato dall’Arsenal Kiev, società ucraina con la quale Adiyiah riesce a ritrovare un minimo di continuità, pur senza impressionare particolarmente. Dopo aver fatto le valigie e aver salutato anche l’Ucraina approda prima in Kazakistan e successivamente in Thailandia, dove risulta ad oggi tesserato con il Chiangmai Uited, squadra di cui si hanno pochissime notizie.

    Dominic Adiyiah ha 31 anni e ne sono passati solo 11 da quando sembrava destinato ad un futuro radioso, dopo aver incantato con l’under 20 ghanese. Di lui rimangono solo le tracce indelebili del mondiale in Sudafrica, grandioso per la squadra e al tempo stesso crudele, e quel nome in cima alla lista di Don Balón.