La notte in cui l’Aeroplanino spiccò il volo

    montella
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    Segnare quattro gol in una partita di Serie A non è roba che succede tutti i giorni, e grandi campioni e leggendari cannonieri arrivano al termine della loro carriera senza essere mai riusciti a completare un’impresa del genere.

    Per cui, una partita in cui un giocatore riesce a segnare quattro gol, entra di diritto tra i ricordi più belli della sua carriera. Immaginate, però, cosa succede quando il poker arriva in una partita molto sentita.

    Anzi, una partita molto più che sentita. Una partita che per una città vale una stagione, il derby della Capitale, Roma-Lazio.

    È il 10 marzo del 2002, e giallorossi e biancocelesti scendono in campo all’Olimpico per il big match della ventiseiesima giornata di campionato. La Roma, campione d’Italia in carica, è al terzo posto, a -2 dall’Inter capolista e a -1 dalla Juventus. La Lazio, invece, fa un po’ più di fatica, al settimo posto a quota 36, dietro a due rivelazioni come Bologna e Chievo.


    Ma i derby prescindono dalla classifica, e sono sempre una storia a parte.

    Solo che quella sera la storia deciderà di farla un solo uomo: è un attaccante, gioca con la Roma e indossa la maglia numero 9. All’anagrafe, Vincenzo Montella, per tutti l’Aeroplanino. Fabio Capello lo manda in campo al centro del tridente giallorosso, insieme a Francesco Totti e Marco Delvecchio. Di fronte c’è la difesa della Lazio, non proprio degli sprovveduti: Mihajlovic, Fernando Couto, e soprattutto Alessandro Nesta.

    Alla Roma bastano 12 minuti per portarsi in vantaggio. Totti si libera con un colpo di magia sulla fascia sinistra, serve Candela che mette il pallone in mezzo con l’esterno, quella che oggi chiameremmo una trivela; il pallone spiove teso nell’area di rigore della Lazio, e sembra che stia per perdersi o essere allontanato. Ma, come un fantasma, in mezzo a tante maglie biancocelesti spunta all’improvviso la testa di Vincenzo Montella, che anticipa Nesta e in un lampo fa 1-0 per la Roma.

    In un paio di occasioni la Lazio prova a farsi vedere in avanti, ma lascia troppi spazi. E così al 29′ Totti parte in dribbling praticamente da centrocampo, e poco fuori l’area di rigore si libera al tiro. Peruzzi respinge lateralmente, non fortissimo. Il pallone arriva dalle parti di Nesta, che però non decide di rinviarlo, ma sceglie di proteggere la palla aspettando che Peruzzi possa rialzarsi e prenderla con le mani. Il numero 13 della Lazio, però, non si è accorto che alle sue spalle sta arrivando, ancora una volta quasi mimetizzato in mezzo al terreno di gioco, Vincenzo Montella. L’attaccante giallorosso anticipa Nesta, e spinge il pallone in gol, tra lo sconcerto della difesa biancoceleste.

    La partita, nel frattempo, si incattivisce, con Fernando Couto che va a prendersi il giallo per un’entrata a piedi uniti su Totti. Il sintomo del fatto che la squadra di Zaccheroni stia lentamente abbandonando la partita. Al 37′ la Roma si procura un calcio di punizione all’altezza della bandierina del corner, e ancora una volta la difesa della Lazio si fa sorprendere, con il solito Montella che anticipa tutti e, ancora di testa, segna il gol del 3-0 e della sua personalissima tripletta.

    Una tripletta in 16 minuti, in un derby, qualcosa di indimenticabile. E, poco prima dell’intervallo, Montella ha addirittura la chance per segnare il quarto gol, ma si divora la rete a un passo dalla porta di Peruzzi.

    Al duplice fischio finale Zaccheroni decide di cambiare, con una sostituzione che entrerà nella storia. Fuori Dino Baggio e dentro Poborsky, e ok. Ma poi, per far entrare Guerino Gottardi, Zaccheroni decide di lasciare negli spogliatoi addirittura Nesta, travolto dal primo tempo straripante di Montella e ormai in balia della confusione.

    Il secondo tempo si apre con il gol di Stankovic, che con una staffilata da fuori area prova a riaprire il match: al 53′ siamo 3-1 per la Roma, e siccome i derby sono pazzi, i biancocelesti provano a credere nella rimonta.

    Ma al 64′ Montella decide di chiudere i conti, e di farlo con stile. Riceve palla al limite dell’area, controlla e fa partire un sinistro fortissimo che bacia l’incrocio dei pali e finisce alle spalle di Peruzzi, implacabile. Montella 4, Lazio 1.

    Nessuno, prima di quella sera, aveva segnato 4 gol in un derby della Capitale.

    Al 72′ Totti chiude i conti con un altro gol destinato a rimanere nella storia di questa sfida, un pallonetto da fuori area che beffa Peruzzi e si infila in rete senza pietà. Il capitano giallorosso, dopo il gol, corre verso la Sud, si alza la maglietta e mostra un’altra maglietta, dopo quella di qualche anno prima: “6 unica”. Un messaggio per la curva o per la sua amata?

    Al 75′ Capello toglie Montella per dargli la meritata standing ovation. Entra Cassano, al suo posto, e il pubblico di fede romanista si alza in piedi per salutare la prestazione dell’Aeroplanino. Una notte entrata nella storia, una prestazione da incorniciare.