Vecchio marinaio blucerchiato

    Vecchio marinaio blucerchiato

    Un’immagine romantica da sempre icona del tifo blucerchiato. Un’effige storica che descrive alla perfezione il connubio tra la squadra e i suoi tifosi. È questo per tutti gli appassionati di calcio lo stemma della Sampdoria.

    Per i suoi tifosi, per i sampdoriani è molto di più. Il vecchio marinaio è l’anima del tifo blucerchiato, è un simbolo in cui riconoscersi, è un vanto da esportare in tutto il mondo.

    Vecchio marinaio blucerchiato

    Una storia d’amore tra un marinaio e la sua amata.

    È così che potrebbe essere descritta la passione del tifoso blucerchiato per la sua squadra. Un sentimento che va oltre il calcio, che vive ogni giorno e che raggiunge la massima espressione nella gradinata Sud dello stadio “Marassi”, il cuore pulsante del tifo sampdoriano.

    È in quel settore che si assiepano i più “innamorati” durante le partite della Sampdoria. Lì ci sono loro, i Fedelissimi e gli Ultras Tito Cucchiaroni, che occupano rispettivamente la parte inferiore e superiore della gradinata.

    La nascita dei primi risale al 1961 quando erano solo un club, gli UTC invece sono entrati stabilmente in gradinata Sud nel 1969 e sono stati i primi in Italia a utilizzare la denominazione “Ultras” associandola ad un idolo dell’epoca tale Ernesto “Tito” Cucchiaroni. Quest’ultimi sono riusciti nell’impresa, nel derby del 28 Novembre del 1982, di portare all’interno di uno stadio di calcio il primo bandierone copricurva mai realizzato in Italia.

    vecchio marinaio blucerchiato: i tifosi della sampdoria allo stadio

    Uniti dalla stessa passione sia mentalmente che fisicamente.

    In passato i Fedelissimi e gli Ultras Tito Cucchiaroni occupavano entrambi la parte sottostante della gradinata, fino alla fine degli anni ’90. Fino a quando la bandiera Roberto Mancini non decise di abbandonare la Doria per cercare gloria altrove.  In quel momento si formarono due opposte fazioni pro e contro società che portarono gli UTC a spostarsi nella parte superiore lasciando i Fedelissimi e tutti gli altri gruppi ad occupare la parte centrale della gradinata inferiore.

    Il tifo blucerchiato, tuttavia, non ha subito ripercussioni continuando a sostenere la squadra sempre e soprattutto ovunque.  Il marchio di fabbrica dei tifosi della Samp, infatti, sono soprattutto le trasferte. In ogni parte d’Italia e d’Europa.

    Memorabile l’esodo in quel di Wembley nella finale di Coppa Campioni del 1992 contro il Barcellona con al seguito più di 28mila sampdoriani puniti dal gol ai supplementari dell’olandese Koeman.

    Ma le sconfitte forgiano l’animo, più delle vittorie.

    È per questo che la passione dei tifosi per la Samp non finirà mai.

    “Anni buttati”, così alcuni amano chiamarli, per sottolineare la totale dedizione ai colori blucerchiati. Anni di passione e di gloria culminati con lo scudetto del 1991 grazie alle gesta dei gemelli del gol Vialli e Mancini di cui tutta Italia si innamorò. Come di quel simbolo.

    Un uomo con una pipa e lo sguardo rivolto all’orizzonte. Malinconico e con gli occhi lucidi pensando alla prossima partenza che lo porterà lontano dalla madre patria. Con la gioia nel cuore aspettando il viaggio verso un’insperata vittoria.

    In fondo è così che si sente il vecchio marinaio blucerchiato

    Un eterno sognatore combattuto tra l’amore per la sua terra e la voglia di viaggiare al fianco della Samp con al collo la sciarpa blucerchiata.