ATP Finals, l’esordio di Berrettini

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    A 41 anni di distanza da Corrado Barazzutti nel 1978 a New York, 44 anni dopo Adriano Panatta a Stoccolma e 48 mesi dopo Bolelli e Fognini nel doppio ecco il quinto italiano che si appresta a disputare le ATP Finals, torneo riservato agli otto migliori giocatori (o coppie, nel doppio) della stagione. Matteo Berrettini ha chiuso l’annata 2018 al 54º posto nel ranking ATP e dopo un inizio di 2019 a rilento, con quattro uscite al primo turno nei primi sette tornei disputati, è stato costretto a scendere addirittura a livello Challenger dove ha trovato la vittoria a Phoenix.

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    Da quel 17 marzo in poi, il ragazzo romano è stato letteralmente devastante: due tornei ATP vinti a Stoccarda e Budapest, una finale persa a Monaco di Baviera e gli ultimi tre mesi strepitosi culminati con la seconda semifinale per un italiano allo US Open dopo Corrado Barazzutti nel 1977. Berrettini è stato sfortunato nel sorteggio di queste Finals terminando nel Girone dedicato a Bjorn Borg, a patto che si possa parlare di sfortuna in un seeding che prevede il gotha del tennis. Il romano ha affrontato almeno una volta sei dei sette protagonisti delle ATP Finals 2019 con un bilancio di due vittorie e otto sconfitte. All’esordio, incontrerà proprio l’unico di questi fenomeni che non ha mai sfidato a livello ATP: il giocatore che ha terminato in vetta al ranking cinque stagioni (2011, 2012, 2014, 2015 e 2018), quel Novak Djokovic che ha già conquistato in cinque occasioni il Masters di fine anno. Le altre due partite del girone non saranno sicuramente più semplici con quel Roger Federer che concesse solamente 5 giochi a Berrettini negli ottavi di finale di Wimbledon e Dominic Thiem in quello che sarà il match più alla portata del nostro portabandiera. L’austriaco è, infatti, uno dei due tennisti che l’attuale numero 1 italiano ha battuto fra quelli che saranno all’opera nella O2 Arena, assieme ad Alexander Zverev che sarà però nel raggruppamento intitolato ad Andre Agassi. Sarà difficile per Matteo ottenere anche una sola vittoria in questa manifestazione, quasi impensabile puntare alla qualificazione per le semifinali, ma l’importante per lui sarà giocare il suo miglior tennis basato sullo schema di servizio e dritto fra i più impressionanti del circuito e acquisire la giusta esperienza contro avversari di caratura mondiale.

    Per quanto riguarda la vittoria finale del torneo, sono i due giocatori in vetta alla classifica ATP i favoriti alla vigilia: Novak Djokovic e Rafael Nadal. Ma le Finals sono conosciute per essere piene di insidie con avversari che in qualsiasi partita possono ribaltare i favori del pronostico. Innanzitutto lo spagnolo, re della terra battuta, si presenta alle Finals con una condizione fisica pessima che l’ha costretto al ritiro nella semifinale contro Shapovalov al Master 1000 di Parigi: il ragazzo di Manacor non è certo di riuscire a prender parte al torneo, infatti Roberto Bautista-Agut scalda i motori. La vera e propria mina vagante del torneo è quel Daniil Medvedev incontenibile dall’inizio dell’estate sul cemento americano. Se il russo riuscirà a mantenere il rendimento favoloso avuto da luglio in avanti al servizio potrà sicuramente dare filo da torcere anche ai più esperti avversari, compresi Federer (giocatore che ha vinto più volte il trofeo con 6 successi) e Djokovic che potrebbe incrociare in semifinale. Oltre all’acciaccato Nadal, il raggruppamento Agassi vedrà i tre giocatori che hanno disputato più incontri in questa stagione e che – quindi – rischiano di arrivare a corto di energie a questa kermesse: Medvedev (76 partite), Tsitsipas (74) e Alexander Zverev alla ricerca del back-to-back dopo il successo dello scorso anno (63, al pari di Diego Schwartzman). Ci sarà da divertirsi e, ammettiamolo, anche da tifare per il nostro Matteo alla ricerca della prima vittoria per un italiano nel Masters di fine anno nel tabellone del singolare.