Manchester United-Arsenal 8-2: La disfatta dei Gunners

    MANCHESTER UNITED-ARSENAL 8-2 LA DISFATTA DEI GUNNERS

    La Premier League 2011-2012, con ogni probabilità, viene ricordata da quasi tutti gli appassionati di calcio come quella che ha visto trionfare il Manchester City allenato da Roberto Mancini, successo arrivato al termine di un finale emozionante con la vittoria in rimonta sul QPR per 3-2 e la miglior differenza reti rispetto ai rivali cittadini dello United.

    In realtà che quella fosse una stagione decisamente pazza si era già capito dopo appena 3 giornate, quando il Manchester United e l’Arsenal si affrontarono a viso aperto dando vita ad una partita con ben 10 gol realizzati, peccato per i Gunners che 8 di questi furono messi a segno dai Red Devils, che nell’occasione inflissero una sonora umiliazione agli avversari.

    Andiamo con ordine, cercando di analizzare in che modo le due squadre arrivano a questo appuntamento che il calendario ha piazzato ad inizio stagione, per la precisione il 27 di Agosto.

    Il Manchester, allenato da Sir Alex Ferguson, è tra le favorite per la vittoria finale pur non avendo probabilmente una rosa paragonabile a quelle che l’allenatore scozzese ha avuto a disposizione negli anni migliori; in ogni caso nelle prime due giornate raccoglie altrettante vittorie contro West Bromwich e Tottenham.

    MANCHESTER UNITED-ARSENAL 8-2 LA DISFATTA DEI GUNNERS

    Sulla panchina dei Gunners siede invece Arsene Wenger, che in estate ha dovuto salutare due pezzi grossi del calibro di Cesc Fabrigas e Samir Nasri senza la possibilità di sostituirli in modo adeguato.

    L’Arsenal che si presenta ai nastri di partenza della stagione è una squadra rattoppata, senza un’identità precisa e con molti giocatori alquanto modesti soprattutto nelle retrovie; nella prima giornata pareggia fuori casa contro il Newcastle mentre il secondo turno, tra le mura amiche, riserva già una battuta di arresto contro il Liverpool, che si impone per 2-0.

    Pur con questa differenza nello stato di forma è difficile prevedere ciò che si sarebbe verificato nel terzo turno di campionato, quando Manchester United e Arsenal si trovano ad affrontarsi.

    I Red Devils si schierano con il consueto 4-4-2 composto da De Gea tra i pali, Smalling, Jones, Evans ed Evra in difesa, Nani, Anderson, Cleverley e Young a centrocampo mentre la coppia gol è formata da Welbeck e Rooney. Certamente una discreta squadra che però, come già ricordato, non ha nulla a che vedere con gli squadroni che Ferguson ha avuto a disposizione nel passato.

    L’Arsenal risponde con un 4-2-3-1 composto dal Szczesny, Jenkinson, Koscielny, Djourou, Traore, Coquelin, Rosicky, Ramsey, Walcott, Arshavin e Van Persie.

    Se si eccettua la difesa, da mani nei capelli, dal centrocampo in su la squadra è talentuosa e con alcuni elementi di spicco, in grado di inventare la giocata e risolvere la partita in qualsiasi momento.

    La partita inizia, agli ordini di Howard Webb, e si capisce quasi subito che per l’Arsenal sarà una lunghissima serata. Welbeck apre le marcature al 22’ imbeccato da un assist “scucchiaiato”, in stile calcetto, da parte di Anderson che coglie totalmente impreparata la difesa. A dire la verità Van Persie avrebbe anche l’occasione per rimettere immediatamente la partita in parità ma il suo calcio di rigore viene respinto magistralmente dal portierone spagnolo De Gea, che si distende alla sua destra e devia in angolo.

    Da questo momento in avanti è un monologo United

    Il secondo gol arriva con un destro a giro sensazionale di Ashley Young, al suo primo gol con i Red Devils, il terzo invece è opera di Wayne Rooney, autore di un calcio di punizione imparabile. Prima di andare al riposo Walcott trafigge De Gea e riaccende una fiammella di speranza per i suoi, che però dura molto poco.

    Al rientro dagli spogliatoi è ancora Wayne Rooney, sempre su punizione, a inchiodare il portiere polacco, seguito a breve distanza dal pallonetto pregevole di Nani e dal diagonale preciso all’angolino di Park Ji-Sung. Il tabellone dice 6-1 Manchester United e sembra già un risultato incredibile, ma non è finita.

    Robin Van Persie, dopo aver sbagliato il rigore nel primo tempo, riesce comunque a trovare la via del gol ma passano pochi minuti e Jenkinson la combina grossa, abbattendo il Chicharito Hernandez lanciato a rete e prendendosi il meritato cartellino rosso.

    Rimasto in 10 l’Arsenal capitola altre due volte prima della fine: Wayne Rooney sigla la tripletta personale su rigore e nuovamente Young, con un missile dalla distanza, fissa il punteggio sul definitivo 8-2.

    L’umiliazione è servita: la sconfitta per 8-2 rappresenta la peggiore subita dall’Arsenal nella storia della Premier League, una disfatta senza appello che non risparmia nessuno tra giocatori e allenatore anche perché arrivata per mano di uno United forte ma non certo irresistibile, come dimostra il fatto che a fine anno a vincere la Premier saranno i cugini del City. Alla fine, in qualche modo, i ragazzi allenati da Wenger troveranno il modo di riprendersi dignitosamente e concludere la stagione al terzo posto, distanziati comunque di ben 19 lunghezze dal secondo posto.

    Dei 22 titolari scesi in campo quella sera gli unici a militare ancora nella stessa squadra sono De Gea, Jones e Chris Smalling, il cui cartellino è sempre di proprietà dello United nonostante il recente prestito alla Roma.

    Moltissimi dei protagonisti di quel 27 Agosto 2011 si sono ritirati, dopo carriere più o meno positive.

    Menzione d’onore la merita certamente Wayne Rooney, ancora in attività nel Derby County, che in quell’occasione ha siglato la sua sesta tripletta in carriera e ha raggiunto il ragguardevole traguardo delle 150 reti realizzate in maglia United.

    Quando ci si riferisce ad una partita storica spesso si intende una finale, o comunque una partita decisiva ai fini dell’assegnazione di un trofeo; a volte, però, può essere storico anche un match che finisce in un modo del tutto inconsueto proprio come questo, che i tifosi dei Red Devils ricordano con immenso piacere mentre per quelli dell’Arsenal rappresenta un’onta difficile da cancellare.