Blue is the colour, Chelsea is the team

    Blue is the colour, Chelsea is the team

    Nel cielo di Londra si alza spavaldo e fiero l’inno del Chelsea Football Club. Poche parole dense di significato. Blu è il colore, il calcio è il gioco, il Chelsea è il nostro nome. Come a voler sminuire tutto il resto attorno.

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    A Londra di squadre ce sono davvero tante, ognuna con una propria storia e una propria identità. Arsenal, Tottenham, West Ham, Millwall, Fulham, Queen’s Park Rangers tanto per citarne alcune. Nessuna di queste incarna lo spirito londinese come il Chelsea. La squadra dei borghesi, della Londra con smoking e bombetta in perfetto stile british, del leone rampante e del blu reale.

    Chelsea, una storia nata al pub

    Se non fosse stato per il rifiuto del Fulham di giocare a Stamford Bridge probabilmente oggi non parleremmo del Chelsea Football Club. Tutto nacque molto velocemente in un pub che oggi si chiama The Butcher’s Hook, situato di fronte all’ingresso principale dello stadio di Fulham Road.

    Era il 1877 nella Londra post seconda rivoluzione industriale quando la storia dei Blues ebbe inizio. Il blu della divisa non arrivò subito, in origine fu l’azzurro in onore dell’allora presidente Earl Cadogan. Lo stemma era un soldato a riposo del Royal Hospital, da qui il soprannome Pensioners dei tifosi del Chelsea, cioè i pensionati.

    Soltanto nel 1953 il vecchio soldato venne abbandonato e fu sostituito dal leone. In quel momento nacquero i Blues, in quel momento la storia del calcio a Londra cambiò.

    Chelsea headhunters, l’anima ribelle dei blues

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    Se il Chelsea rappresenta l’eleganza e la classe borghese di Londra, i suoi hooligans un po’ meno. I Chelsea Headhunters sono considerati una delle firm più violente del panorama calcistico inglese, dichiaratamente schierati verso l’estrema destra, hanno legami con alcuni militanti di gruppi razzisti, neonazisti e ultranazionalisti come Combat 18, il National Front e il British National Party.

    Tra risse all’ultimo sangue e saluti nazisti, tra cocktail di violenza e xenofobia gli Headhunters portano avanti il loro credo e rivendicano il titolo di firm più temuta e rispettata d’Inghilterra, opinione abbastanza diffusa nel Regno Unito. La rivalità più sentita è con il Fulham, dato che il Chelsea è l’unica squadra in Inghilterra ad avere lo stadio nel quartiere degli antagonisti. Le amicizie invece si basano sulle analogie politiche (Lazio, Verona e Vitesse) ma anche per via dei colori sociali formando, con Rangers e Linfield, i famosi Blue Brothers.

    Nonostante le loro azioni come quelli di tutti gli hooligans negli ultimi tempi siano notevolmente diminuite non mancano occasioni di portare a compimento il famoso ghigno Chelsea, una pratica che consiste nell’inserire una carta di credito nella bocca del rivale per provocargli un’incisione leggera da orecchio a orecchio passando sotto il mento, una sorta di ghigno appunto.

    La magia dello Stamford Bridge

    Blue is the colour, Chelsea is the team

    Lo stadio più bello del mondo per alcuni, sicuramente un impianto dove si può vivere la passione per il calcio a 360°. Al di là dei servizi di cui ormai tutti gli stadi inglesi sono dotati lo Stamford Bridge rappresenta il prototipo dello stadio moderno senza intaccare la tradizione.

    È qui che il Chelsea ha costruito le sue fortune, è qui che ogni weekend i tifosi dei blues si recano per sostenere i colori reali. Intitolato ad uno dei due ponti che sovrasta il Tamigi, lo stadio del Chelsea crea un atmosfera fantastica che permette di catapultarsi in una dimensione dove non esiste nient’altro che il campo di gioco e i giocatori in campo.  

    Il manto verde cattura così tanto l’attenzione che tutto ciò che c’è intorno viene come per incanto annullato al punto che sembra di essere in campo accanto ai propri idoli a spingere il pallone in rete.  A sognare sulle note di Blue is the colour, football is the game.

    In fondo è solo un gioco o forse non lo sarà mai…